Hollywood Party
Trama: Tanto belo ridere
Ci sono film che rimangono lì, a imperituro esempio di comicità. Poi certe volte il manto di "cult" e l'iconizzazione dei protagonisti supera anche l'oggettiva qualità del film.
Hollywood Party è uno di questi.
Non puoi non ricordarlo come uno dei film più divertenti di sempre - ovviamente con un merito che pesa 99% Peter Sellers 1% tutto il resto - e anche se quando lo rivedi capisci che ci sono cose veramente troppo assurde, che ad un certo punto, verso metà, il film perde totalmente il controllo del timone e, tralasciando senza remore la storia e il meccanismo azione-reazione che domina invece tutta la prima parte...
...inizia a inanellare un'esagerazione dopo l'altra e alla fine elefante.
Insomma, siamo noi abituati ad altri ritmi o oggettivamente il film perde un po' di mordente man mano che avanza? Ovvio, non si arriva mai alla noia, ma si fa un passettino dalla parti di "guardare l'orologio", o perlomeno sembra più lungo di quanto non sia. Però lo dico e lo ripeto, è probabile che sia solo colpa nostra, abituati ad un altro tipo di comicità più fulminea. Però, per chi ai giorni nostri grida al miracolo comico vedendo I Soliti Idioti o anche solo la nuova leva comica americana (la combriccola Apatow, ad esempio o anche il trasformismo di Ferrell o Ben Stiller) dovrebbe fare i conti con la coppia Sellers/Edwards.
C'è anche posto per una sana antipatia critica verso i ricchi, che chiusi nelle loro case di design affrontano questa anomalia umana
con disumano distacco, fino all'Apocalisse schiumosa finale che li ricopre tutti.
Capolavoro. Datato ma Capolavoro.
A proposito di splendide case e splendidi arredamente sixties, ecco degli illustraposter dedicati a film vecchi e nuovi ma rigorosamente e architettonicamente (ci ho messo molto a scrivere questa parola) anni 60. Clicca sul primo.
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