venerdì 7 ottobre 2016

Teorema della cospirazione

La macchinazione
Trama: Ci scappa PPP

Il problema di La macchinazione è che è un film poraccio.
Ma non poraccio tipo neorealismo e allora va bene che gli attori siano mediamente tutti dei cagnacci, la regia quasi televisiva e la soluzione all'omicidio Pasolini che propone sia la più scontata, o almeno quella che ormai è una certezza, più che una teoria (Pasolini ucciso da potenti nell'ombra che hanno usato come mandanti i ragazzi di vita che frequentava PPP), piuttosto è che il film vuole essere un po' intellettuale ma anche alla portata di tutti, e capite da voi che le due cose non possono andare a braccetto.
È proprio come quella frase di PPP - ora molto in auge su meme di facebook e sfondi per telefonini... questa:
Che per carità, è una frase splendida, che apre un mondo e al tempo stesso lo chiude in se stesso, è privatissima ma capace di diventare popolare, è una sintesi incredibile, totale, come tanta produzione di Pasolini. D'altronde era la qualità maggiore di Pasolini (e la cosa che poi l'ha ucciso), la dualità, l'intellettuale che amava il volgo, in cui trovava la purezza persa dall'imborghesimento, borghesia di cui faceva parte. La grandezza del pensiero unita alla bassezza di certe frequentazioni.
Non sono un biografo di PPP, anzi, ne ho una conoscenza che definire superficiale (che poi, per un intellettuale così profondo anche se studi, sarai sempre in superficie), ma ogni volta che lo "incontro", rimango affascinato, rapito, innamorato di quello che dice, di come lo dice.. e anche di quello che non dice...
Insomma dicevamo i meme. L'interenet. I commenti su Facebook. Ma anche io che ne parlo senza aver mai visto, chessò, Teorema, eh, mica mi metto su un qualche piedistallo, figurati. Chissà che ne avrebbe pensato PPP? Cosa avrebbe scritto, detto, girato, oggi, PPP?
Ho idea che avrebbe ripetuto cose che ha già scritto, detto e girato all'epoca. Ma mica per alterosclerosi, anzi, per estrema e apocalittica lucidità. Sentite questo e sostituite "televisione" con "social"

(tutta l'intervista, interessantissima, QUI).
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"Un grande pessimismo implica sempre un grande ottimismo", dice anche PPP. Sembra una cosa banale, ma quanto non lo è lo sanno solo i grandi pessimisti.
Ecco, l'impressione lucida è che PPP avesse una macchina del tempo - cervellotica, se vogliamo - e riuscisse a raccontare il futuro. Prevederlo. 
Chi prevede il futuro deve sparire dalle foto, quindi.
Di tutto questo, della profondità immensa degli abissi di PPP, nel film, non v'è traccia. La voglia di "risolvere il mistero", mettendo in mezzo poteri forti che tanto piacciono ai Grillini, quando era OVVIO da minuto 1 che non potessero essere stati 4 balordi a cui PPP doveva due spicci per due pompini ad averlo ammazzato così.
La genesi del film è un po' poraccia pure lei. Il regista doveva collaborare con Abel Ferrara in quell'altro che ho tenuto nella cartellina "DA VEDERE" per mesi, fino ad accettare il fatto che NO, NON È DA VEDERE", poi i due hanno litigato (non vedo come si possa pensare di non litigare con uno come Ferrara, comunque) e allora Grieco si è fatto il film da solo. 
C'è da dire che l'ardire di prendere come attore (preeenderee l'attooooreee. scusate.) Massimo Ranieri come protagonista è stato un passo davvero azzeccato. Se c'è una cosa impressionante è la somiglianza di Ranieri col teschio pasoliniano. 

E il suo mestiere (Ranieri ha recitato in mille musicarelli tanti anni fa) non lo fa sfigurare.
Mentre a sfigurare è un po' tutto il film, soprattutto se ci si ricorda di Un delitto italiano, quel film di Giordana, che con molto più rigore faceva il punto (non si può dire che facesse luce, perché è una storia così nera che nessuno potrà mai puntarci un faro abbastanza luminoso sopra) sull'omicidio di PPP.
Il film è interamente online, vedetelo: 

E ora, dopo aver messo in una stessa recensione le foto di PPP e una gif di Ritorno al Futuro, aver piratato un film corsaro e aver lasciato mille discorsi a metà perché finché mi ostinerò a scrivere le recensioni in pausa pranzo poi arrivano le 14,30 e devo tornare a lavorare non riuscirò a finirne una, direi che è il caso di chiuderla nel migliore dei modi, il modo in cui forse dovrebbero finire tutte le cose

o magari iniziare.

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