martedì 29 settembre 2015

CB ANTEPRIMA • Black Mass

Black Mass
Trama: Bleah Mess

Ci sono due problemi con cui deve fare i conti Black Mass. Il primo è generale, il secondo personale.
Il primo è che hanno finito i criminali.
Pare di vederli, gli sceneggiatori di Hollywood, alla disperata ricerca su Google di "criminale americano cattivo gangster su chi diamine posso fare un film su un gangster vero visto che i più famosi ormai l'hanno presi tutti?" e Google risponde con "23 risultati trovati ma ti avverto ci devi ricamare sopra forte perché questi so' proprio mezze tacche oh non è che nasce un Al Capone ogni giorno mica li piantiamo nei campi i gangster qui e che diamine vai a trovarlo tu se sei tanto capace".
E quindi, siccome rimane il fatto che i biopic sui gangster/assassini/boss tirano sempre, e almeno due, tre all'anno ne devi fare, perché a tutti piace vedere la solita parabola di ascesa/caduta, soldi facili ma a quali compromessi + traditori da punire + mogli da far tacere a suon di macchine ed elettrodomestici costosi + poliziotti da ungere finché non arriva quello che sta attento alla salute e l'olio non lo usa + alla fine tutta quella criminalità per cosa? + Per ritrovarsi braccato tutta la vita ne valeva davvero la pena?
Ecco, scartabelli un attimo il tuo archivio personale di film del genere e "Quei Bravi Ragazzi". Punto. Serviva altro? Serve ancora a qualcosa fare un film di gangster del genere? La risposta è no.
Il secondo è ovviamente Gionni Deppe. Come sappiamo a Gionni Deppe se lo ammazzavano ai tempi del primo Pirati dei Caraibi non avrebbero fatto un soldo di danno. Jack Sparrow - una delle icone, volente o nolente, degli anni 2000 - lo avremmo avuto e ce lo saremmo ricordato così. Invece ogni anno dobbiamo sopportarlo mentre distrugge film dopo film la sua stessa dignità e continua non solo a vestire quei panni da Keith Richards (ormai ci sta vicinissmo anche come incartapecorimento), tra poco per la quinta aiutame a di' quinta volta, ma non esiste film dove Gionni non si mascheri da pagliaccio. Quand'è stata l'ultima volta che l'abbiamo visto in faccia? Non me lo ricordo proprio...
Ultimamente è stato lupo cattivo ridicolo in un film che non ho visto, quel personaggio assurdo nell'horror di Smithpoi quel Mortdecai che ha ridefinito il significato di "ritirati in un'isola deserta a scopare e bere tutto il giorno tu che puoi farlo cristo" e non scorsiamo che si è rimesso i panni del suo personaggio peggiore, il Cappellaio Matto.
Diventate gangster e sparatemi in faccia se un giorno andrò a vedere il seguito di Alice.
In Black Mass Gionni si invecchia, pare un po' Ruggero dei Soliti Idioti
pelata e capello bianco tirato all'indietro, cerone in faccia che nei primi piani sembra una settantenne che non accetta la sua età e, la cosa peggiore, quelle lenti a contatto azzurre che vorrebbero rendere il suo sguardo di ghiaccio invece gli regalano una fissità che pare che c'ha gli occhi di vetro; pare uno zombie
Il vero problema del film - oltre a non raccontare davvero nulla di nuovo - è il suo modo di farlo. Il cattivo non è mai davvero affascinante, la solita solfa del "un po' assassino, un po' umano", non c'è un comprimario che viva un qualche dramma interiore (sì, forse uno, ma non ti ricordi neanche chi è dopo un secondo di film), insomma non c'è quel senso di "dramma criminale", di "epopea", che si respira nel capolavoro di Scorsese. 
Anche le esplosioni di violenza arrivano ma non si riesce né a giustificarle (non abbiamo mai amato il personaggio) né a condannarle (non lo abbiamo mai davvero odiato)

Quando poi fanno la scena del tutto uguale a questa:

dici GIONNI DEPPE M'HAI PROVOGATO IO TE DISTRUGGO GIONNI DEPPE
Rivedere Quei Bravi Ragazzi cento volte e basta. Ogni volta che ci viene offerto un film sulla vita di un criminale che passa le sue giornate fuori dal bar all'angolo e ammazza la gente ma vuole bene al figlio, rivedere quello. Punto.
C'è una cosa che però si fa notare in Black Mass: che intorno a quel mascherone di Gionni Deppe c'è un supercast, ma davvero una serie di nomi abbastanza impressionante, quasi tutti in poco più che comparsate eccellenti: Benedict Cumberbatch, Kevin Bacon, Joel Edgerton, Juno Temple, Peter Sasgaard... poi vabbè anche Dakota Johnson (quella di 50 sfumature) che ha l'occasione di far vedere in non più di tre scene quanto è incapace. 
Il problema è che il perno del film rimane Gionni Deppe, e insomma, lo sappiamo che con uno che va in giro così
trascina tutto giù con lui.
Che poi, va bene divertirsi con tutte le critiche alla beltà ormai solo un ricordo di Gionni
ma oltre a ricordare che sono anni che Gionni ha perso il suo fascino, vi prego di ricordarvelo in The Tourist, bisogna sempre tenere a mente che, insomma, se in passato sei stato così
alla fine puoi anche permetterti di fare lo stracazzo che ti pare col tuo corpo e farlo diventare un budino. Anche perché se a lei piaci budino
che te ne frega di quelli su internet che fanno i meme di ridere? Marlon Brando tutta la vita.
Comunque il miglior criminale del 2015 si chiama Pablito.

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