mercoledì 30 aprile 2014

Senza Kahlo del desiderio

Frida
Trama: Frida è una Salma

E dopo un viaggetto in Brasile ci spostiamo in Messico per il biopic (io mi chiedo quando si decideranno a fare il mio di bio-pic, guarda che ce ne sarebbe da raccontare. So anche il titolo: Collaboratore Fesso… registi fatevi avanti, io non mi tiro indietro) di quella indomita, bellissima, accigliata donna che fu Frida Kahlo, la più carismatica pittrice del 900 (si accettano altri esempi di pittrici diventate così iconiche).
Il motivo del recupero (dopo una prima visione fatta all'epoca, che ricordo non troppo entusiasta) è stata, ovviamente, la visita alla mostra romana, esibizione tronca di troppi pezzi importanti per essere definitiva completa (manca questo, e questo, e questo!), ma che almeno dona particolare attenzione alla parte fotografica e videografica:

E come quando vedi un bel biopic e ti viene voglia di sapere come erano fatti i veri protagonisti della storia/vita non virati dai volti famosi degli attori e ti vedi un documentario su Rieduchescional Ciannel, vedere i veri Frida Kahlo e Diego Rivera aiuta a capire che Frida, il film, è un biopic che nasce da un presupposto molto positivo, lontano dalla mera ricerca dell'attore che "guarda cavolo era proprio uguale uguale!" e poi il film è una merda (esempio facili qui, qui e qui in basso), insomma è uno film sincero, realizzato da gente che lo vedi che se l'è presa a cuore. Prima fra tutte Salma Hayek.
Frida è il film che Salma Hayek doveva fare, voleva fare, infatti lo produsse e infatti, peraltro giustamente, fu candidata all'oscar. Te lo saresti mai creso Salma Hayek (che noi tutti ricordiamo così) candidata all'oscar? Chi vinse quell'anno? Ah, un altro biopic con la nasca.
Comunque, Salma attrice messicana che fa Frida pittrice messicana, donna forte, artista fondamentale (soprattutto per quella che oggi è tutta la nuova arte surreale e pop, lo chiamano pop-surrealismo, non fosse che la vena si è bella che esaurita a suon di ibridi, occhioni e sogni/incubi su tela) e soprattutto martire di dolori fisici e sentimentali che sembrano scritti dal più perfido degli sceneggiatori (altro che "vorrei vivere in un film di Wes Anderson" la vita di Frida sembra scritta da Cronenberg vs Jodorowsky): antidolorifici presi per l'intierezza della sua esistenza, arti amputati, incidenti quasi mortali, busti e corsetti costrittivi… e poi Diego, male tra i mali, un rospo (davvero un rospo) che riusciva, nonostante tutto a tradire Frida ogni giorno (peraltro dimostrando ancora una volta quanto il Fascino sia una cosa, la Bellezza un'altra), con modelle attrici e vedette e, nonostante questo, essere amato dalla pittrice per una vita intera, reciproca ispirazione, reciproco dolore, è questo l'Amore? Sicuramente l'amor d'artista lo è. 
Amore e Dolore, i due motori immobili che muovono gli animi creativi, e i due elementi che hanno dominato più di ogni altra cosa la vita di Frida, esempio vivido di come bisognerebbe vivere sempre, con un carico di emozione perenne, fosse facile.
E alla fine - dopo avere visto in a row la mostra vera e la mostra filmica - ti chiedi davvero se è solo il film che comprime in un'ora e mezzo le emozioni di una vita a farti sembrare la sua vita così piena, densa, degna di essere vissuta, oppure se davvero fu così, se davvero Frida ebbe questa vita - nonostante i deliri chirurgici e i danni al cuore, e viceversa - perennemente piena, di accadimenti (tralasciando se belli o brutti) che se messi in fila sembrano essere troppi per dieci, di vite; e poi ti chiedi se, una vita così, la ebbe perché era un'artista o divenne un'artista perché la sua vita era così? Belle domande, che si scornano contro la surrealtà.
Il film, altra scelta positiva, abbandona presto la strada della donna martoriata

e tradita, anzi ci tiene a raccontarci di una Frida indomita, pasionaria, viva e vitale anche in punto di morte (ci saluta con un sorriso, infatti

e le continue (e belle) incursioni filmiche nei suoi quadri sono davvero ben riuscite:
E anche se Salma è un tantinello troppo bella

per essere "uguale uguale" a Frida, si vede lontano un miglio quanto cuore ci abbia messo a interpretarla, con dedizione e rispetto; come dire, si è spogliata (sì, bravi) della sua allure supersensuale

Incredibile a dirsi anche Alfred Molina è davvero troppo bello per essere quel panzòn di Diego Rivera, ma è assolutamente perfetto lo stesso. Insomma, erano così eh
Un film che ha dalla sua forse non tanto una sceneggiatura di ferro o una regia esaltante, ma due interpreti accorati, dei colori abbacinati e (quando si tratta di sud-America è d'obbligo) una colonna sonora pazzesca.
Dicevamo di Frida icona pop. Stiamoci, ce la ritroviamo su magliette e piatti da portata, e non stiamo tanto a fare gli esperti e i conoscitori d'arte, quando uno diventa pop ci sta anche di andare in giro per le stanze della fiera e ritrovarsi accanto "Albertone" e "Annarella" che commentano con piglio da Bonito Oliva (o meglio da Bona l'Oliva)
Le sopracciglia di Frida

sono i baffi di Salvador, i dredd di Jean Michel, i capelli albini di Andy… sono "icona" prima ancora del pop (il Pop aveva ancora da venire) e chiamare solo "Frida" Frida Kahlo, anche se non è nostra amica è lo scotto da pagare nel diventare un'icona, ti becchi pure le versioni vampiro
quelle hipster
e quelle invece giffate e decenti 




E, con la Pixar impegnata nella realizzazione di un "progetto senza titolo dedicato a dias de los muertos", ecco un bel corto messicano per voi:

E un libro che secondo me vale la pena comprare, Artisti, Scrittori, Pensatori e Sognatori, che è fatto così, roba che lo capisco pure io che di arte proprio zero:1
Contenti?

1 commento:

  1. A me piacque. Mi convinse molto il modo di mostrare le opere, una rappresentazione onírica che secondo me funciona. E si, mostra la passione, la sofferenza, il coraggio, l'amore... ma in maniera molto idealizzata. In realtà ci sono troppe inesattezze, a partire dall'omissione dei tentativi di suicidio. Se scrivi un film liberamente ispirato a un personaggio hai una certa libertà, ma in una biopic tagliare un aspetto co`sì importante perché non quadra con l'immagine di donna forte che vuoi trasmettere ad ogni costo mi sembra un'operazione disonesta.

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