mercoledì 18 aprile 2012

Una tribù che scialla

Scialla!
Trama: Ma i giovani d'oggi parlano davvero così? No perché io prima di mettermi a ridere di un ragazzino che fa il liceo classico e parla come un analfabeta, ecco, io prima gli imparerei l'italiano.

L'esordio alla regia di Francesco Bruni, sceneggiatore di Virzì, riesce a metà. Ma proprio a metà metà metà. La prima metà del film è buonissima, leggera, scanzonata, con due protagonisti perfetti: Bentivoglio delizioso "drugo" all'italiana e il giovane Scicchitano che con un casting di neorealistica memoria (l'hanno "preso dalla strada") dimostra di essere perfettamente a suo agio davanti alla macchina da presa, anzi mi sa che proprio se l'era scordata la macchina da presa.
Quindi carino, ritmato e agile, per almeno metà film. Poi c'è un momento preciso dove i contrasti padre-figlio li abbiamo fatti tutti, le scene simpatia le abbiamo fatte tutte, Bentivoglio in ciabatte l'abbiamo fatto, il pischello che scialla e s'accappotta e s'accolla e porcozzio l'abbiamo fatto... e insomma abbiamo finito. No, mancherebbe metà film. Bene allora mettiamoci una storia di criminalità disorganizzata con tanto di Freddo che cita sè stesso facendo un criminale da strapazzo che cita Pasolini e fa dei risibili inside joke ("er crimine va dde moda") e arriviamo al minutaggio.
Un peccato veniale, in fondo, niente che irriti davvero. Una commediola che si fa vedere con piacere, ma che manca della profondità - sempre nascosta tra le pieghe della risata amara - che Virzì (Paolo) sa infondere al suo cinema.
Comunque non ve lo volevo dire così ma quando C&B dice che c'è un trend, vuol dire che c'è un trend. Vi avevo detto che c'era il trend dei "padri" (padri buoni, padri cattivi, padri gay, padri morti)... ecco: George, Matt, Tom, Hugh, Daniel, Michael, Christopher, Woody, Jude, Daniel, Sam, pinguino, Gerald, Clive... e ora Fabrizio. E siamo solo ad Aprile.

2 commenti:

  1. gran titolo! :)
    sono d'accordo, film caruccio. seconda parte un po' più debole, però almeno ATTENZIONE SPOILER la storia criminale non scivola nel facile dramma e nell'eccessiva morale anti-droga come avrebbero fatto altri registi italiani...

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  2. sarebbe stato ancora più assurdo:)

    però è ridondante la storia criminale... mero riempitivo...no?

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