sabato 3 dicembre 2011

Submartirio

Submarino
Trama: Poteva andare peggio. Anzi no.

Due fratelli (10 e 8 anni o giù di lì) vivono soli, senza padre, con una madre alcolizzata e manesca. Devono accudire un terzo fratellino, poco più che neonato. Una cosa non alla portata di bambino. Infatti l'infante muore. Riuscite a immaginarvi qualcosa di più triste?
Eccola: i due crescono. Il maggiore, che seguiamo per la prima parte del film, è un taciturno anafettivo, con scatti d'ira (tipo prendere a cazzotti telefoni pubblici) e un abisso cosmico nel cuore. Avanzo di galera riesce ad avvicinarsi, poco e male, ad una vicina di casa, l'unica che gli dimostra un qualche sentimento. Purtroppo un suo "amico", obeso perdigiorno e disturbato, una sera strangola la ragazza. Ma viene incolpato lui e incarcerato. Riuscite a immaginarvi qualcosa di più triste?
Eccola: Il fratello minore, che seguiamo per la seconda parte del film, ha un figlio (Martin, indovinate di chi era il nome), la madre del bambino è morta in un incidente stradale e lui è un tossicodipendente incapace di rivestire un ruolo genitoriale, nonostante voglia bene al bambino. La droga è più forte di ogni volontà. Riuscite a immaginarvi qualcosa di più triste?
Eccola: La madre dei due (che i due non vedevano da anni) muore e lascia una considerevole somma ai fratelli. Il maggiore rinunicia alla sua parte, che interamente nelle mani del minore, viene usata per acquistare una partita di droga destinata allo spaccio. La cosa sembra funzionare, giusto il tempo di comprare una bicicletta nuova e la PS2 al piccolo Martin, giusto il tempo di fargli credere che le cose stanno girando meglio. Il padre viene beccato dalla polizia e incarcerato. Le due sezioni del film si sovrapponegono quindi e i due fratelli si ritrovano in carcere. Il minore, in un ultimo impeto famigliare, decolpevolizza il maggiore per la morte del fratellino, tanti anni prima, e abbandona la vita terrena, insopportabile, suicidandosi. Riuscite a immaginarvi qualcosa di più triste?
Eccola: Il maggiore viene scagionato dall'omicidio: la sua mano, ferita dopo il colpo dato al telefono pubblico e mai curata, è talmente malconcia che non solo non gli avrebbe permesso di strangolare la donna, ma gli viene anche amputata. Esce di galera, monco, e, al funerale del fratello, rincontra il nipote, che gli prende la mano (quella rimasta) come a dire che un legame famigliare, anche solo un sentimento, è ancora possibile. Riuscite a immaginarvi qualcosa di più triste?
Io no. Il regista di Festen invece sì, ma per fortuna aveva finito il minutaggio, che se mi metteva un'altra tragedia in un solo film (che oh, non è brutto eh) mi uccidevo pure io.
Vi ho spoilerato tutto il film. Riuscite a immaginarvi qualcosa di più cattivo? Mi merito la tortura del titolo vero? La submarino: in cui la testa viene immersa nell'acqua fino quasi ad affogare.

2 commenti:

  1. immaginavo fosse molto drama, ma non così drama!
    da vedere al momento giusto, al momento non so se potrei reggerlo..

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  2. metterebbe tristezza pure a Ronald McDonald

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