giovedì 27 marzo 2014

Google bordello

Gli stagisti
Trama: Stagismo di status

Non esiste a memoria di uomo un product placement meglio riuscito di questo. Neanche The social network, che era un biopic di Facebook, ma il suo costrutto.
Questo no, questo è il film di, a, da, in, su, per, tra, fra Google.
Uno spot lungo 2 ore (2. Ore.) su quanto sono fighi a Google, su quanto ci si diverte a Google, su quanto tutto è colorato a Google, su quanto sono fiche le CEO di Google che hanno corpo e viso di Rose Byrne
e su come due vecchi sfigati possono diventare grandi geni grazie al googling, che è un po' un mojo austinpowersiano per chi lavora a Google, la società più fica del mondo (dopo la Pixar ovviamente), dove ci sono gli scivoli dentro e c'è un vero campus dove le idee volano e la gente si realizza e gioca a quidditch e i nerd rimorchiano le spogliarellista
e poi due persone diventamo megamultipermiliardari
Queste due persone non sono Owen Wilson e Vince Vagon, ovviamente, che invece sono due attori un po' in stallo (il primo meno del secondo) che tentano la reunion dopo Due single a nozze (quello riuscitissimo) interpretando gli stessi identici personaggi: due peter pan troppo vecchi per capire che no, non si dice "on the line"  e che google non si può rompere e che cercano una seconda (terza, quarta) occasione. Google gli apre le porte scorrevoli del suo shan grill là (nel senso che fanno i grill mentre lavorano, credo).
Però, vista la scarsità di commedia in giro, vista la comparsata di Will Ferrell che ho deciso essere il mio preferito di questa generazione di comici e visto che qualcuno mi ha accusato di non sapermi godere un film anche se è palesemente scemo prendendolo solo per quello che è, privandomi di fatto di spengere il cervello e non stare sempre lì a sezionare tutto, ho deciso che gli metto il Chicken, perché Gli stagisti non mi ha infastidito. 
Certo non è che mi abbia proprio fatto fare matte risate... ok ok. La smetto.
Evviva le manine del computer fatte come i film realizzate da Gerald Bear













Però i doodle sono divertenti. Anche quello di domani:

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