martedì 1 novembre 2011

FFR 2011 • FOCUS UK • Weekend

FFR 2011 • FOCUS UK • PUNKPATRIOTS
Le intro ai film sono ben più scarne dello scorso anno, me ne rendo conto. Sarà che il massimo della vitalità - ieri per esempio - me l'ha regalata vedere il red carpet di Franca Valeri (90 anni. Lo splendore.). Ma probabilmente è colpa mia (autocommiserazioni solo per farsi dire "ma no ma no", le fa C&B). E passiamo dritti dritti (!) al film!
Weekend
Trama: Sex, No Lies & Audiotape [l'ho rubata da TIME perché è perfetta]

Lo avevo detto nei pronostici critici che i film gay oriented sono materia pericolosa: sempre al limite dell'autocompiacimento, della macchietta forzata e anche un po' arrogante, del "che ne volete sapere voi, poveri eterosessuali che non siete altro". Il tema è delicatissimo e il tipo di critica chickenbroccolesca non si addice poi molto a fare discorsi sui massimi sistemi: io so solo una cosa, che è vero, "che ne voglio sapere io". 
Mi spiego meglio. Per natura sono portato alla critica perenne, al dissociarmi con tutto e tutti (ma non come quelli che bruciano i Suv degli altri e poi vanno via dalle manifestazioni col Suv loro o quelli che occupano i teatri a valle e poi a monte c'è papà che li foraggia), parlo più di una sorta di disomologazione. 
Io non sono gay, però sono stato innamorato e geloso di alcuni uomini. Non ho mai baciato un uomo e non ho pruriti se vedo un film con due uomini che si baciano, eppure una settimana fa ho montato a casa una libreria nuova e sono giorni che giro come una trottola per Roma per comprare i design-vasetti per le piante che si appendono al contrario - questi:
e giro per vivai per metterci le orchidee e sposto i libri da una mensola all'altra per far sì che le copertine belle siano in vista. Questo fa di me un gay? No di certo. Anche solo parlarne non sembra una cosa scema? Certo che sì. Quanto è difficile Vedete quanto è facile cadere nei pregiudizi, nelle banali cazzate che ci propinano, vizietti e comicità becera o apatowiana. Cercando di non banalizzare il tutto con discorsi del tipo "c'è un lato femminile in tutti gli uomini, maschile in tutte le donne", e cose del genere, cerco di pensare che, molto semplicemente (o banalmente?) non esiste proprio la distinzione.
Però torniamo al "che ne voglio sapere io": perché non sono io quello che gli fischiano dietro, che lo prendono in giro a scuola, che se si bacia con il fidanzato (o la fidanzata) in pubblico la gente scuote la testa, che rischia la coltellata se va a ballare. Non sono io. E non posso sapere cosa vuol dire. Quindi passo alla recensione del film, che sennò mi incarto in discorsi immensi.
La recensione di un ottimo film. NON un gay-film, ma un film con protagonisti gay. Una cosa ben diversa. Prendi cose come Shortbus e scordatele perché non c'è neanche l'ombra di quella compiaciuta pornografia (divertita o meno) che relega certi film gay friendly nella più assoluta ghettizzazione, uguale e contraria operazione che fa (come dice uno dei due protagonisti durante il film) TUTTA la letteratura/cinematografia/TV straight (e che "straight" voglia dire anche "giusto" la dice proprio lunga...).
I due protagonisti del film si conoscono e consumano insieme un weekend, come Ethan Hawke e Julie Delpy; non un lungo appassionato straziante weekend, piuttosto un weekend estremamente normale, normale nel senso di sms, di conoscersi, di prendersi in giro, di guardarsi, scoprirsi, scoparsi quella è la prima cosa (ma non l'unica cosa), conoscersi, chiedersi chissà-se-magari, e poi finisce che ti innamori entro domenica pomeriggio.
E questa estrema normalità (ma lo vedete che difficile è, ogni volta che usi un termine come "normale" devi metterti lì a spiegare che tipo "normale" contrario di "anormale". Uscirò pazzo da questa recensione) è il dato davvero distintivo del film.
Come avete già capito C&B, sostanzialmente, non crede esista un concetto di Amore, non quello che ci propinano nei film, e quindi non è che inizio a crederci se i protagonisti sono due uomini piuttosto che un uomo una donna, ma bisogna accettare che il romanticismo di Weekend sia puro, cristallino, davvero bellissimo. 
I due, com'è logico che sia in un film "d'Amore", si trovano e scoprono di vivere la propria omosessualità (ma lo vedete! a me danno fastidio pure locuzioni del genere! Non è uno scrive mai "scoprono di vivere le loro orecchie a sventola" o "scoprono di vivere la loro condizione di persone alte". non ne esco.) in maniera opposta: uno è libero e in pubblico non prova imbarazzo a prendere la mano di chi ama, l'altro racconta «dentro casa sto bene, sono felice, felice di essere gay. Ma quando esco è come provassi una costante indigestione», non riesce a dimostrare i propri sentimenti, specialmente in pubblico. E l'Amore, quello vero, del film, diventa una promessa, diventa il cardine di un cambiamento: quando, alla fine del weekend, uno dei due (il tranquillo, ceh tralaltro assomiglia a Gosling, non trovate? Nelle foto sta sempre a dx) rivela all'altro (il problematico, a sx) che deve partire per due anni, lo costringe a "decidere", lo costringere a vivere la scena "nothing hill" (e anche qui torniamo un po' a quel discorso sul metacinema nella nuova commedia romantica) e a inseguirlo alla stazione per un ultimo bacio, in pubblico, senza remore o vergogne.
Un film delicato - ma non la delicatezza sulfurea di Ivory o la mesto-bonarietà di Little Miss Sunshine o il soft-drama dei cowboy indecisi (e ho scelto di proposito film che evitano la becera imitazione "vizietto" del personaggio gay tutto mossette e gridolini) - Weekend è semplicemente un film romantico, recitato benissimo (anzi, neanche "recitato" direi) e, cosa più importante, un film che non si orienta in una fantomatica sezione "Gay" di una fantomatica videoteca "Io etero non posso entrare", piuttosto da mettere nello scaffale "Romance" della videoteca "Gran Bei Film".
E chiudere il weekend con questa splendida canzone (e non, per dire, con Gloria Gaynor) è cosa giusta:
Credo sarà abbastanza improbabile che il film trovi una sua distribuzione in sala, ma di certo cineclub e festival gay friendly (e stiamo sempre lì) daranno al film la giusta e meritata vita. Ecco il trailer:
faggot
Che non è tipo "faccio faggot" e neanche "soffio dentro il faggot"... o meglio, è anche queste cose, ma con un'accezione diversa (arisdinghe). Faggot è uno dei tanti micidiali dispregiativi   lanciati con violenza ai danni della comunità gay. Però c'è il risvolto della medaglia: che proprio come ci hanno insegnato satira e intelligenza, rivoltare l'offesa e farla propria è l'arma migliore: tra di loro (aiuto! basta!) possono, e non fanno altro, chiamarsi "faggot", "froce", "checche isteriche" quanto e come vogliono, perché l'offesa colpisce solo chi vive la propria realtà con vergogna. E voi vi vergognate, chessò, di avere le braccia? Appunto.

5 commenti:

  1. io tempo fa ho sistemato la libreria con i libri in ordine cromatico (niente vasetti per me, ma non cade la terra?). io però non sono stata classificata come gay, ma come casalinga frustrata.
    gender troubles.

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  2. non cade perché c'è una retina fitta fitta che la blocca e le annaffi poco tramite un serbatoio di terracotta che "filtra".. :)

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  3. Non c'entra nulla, ma mi sono ricordato un film di Salemme in cui Teresa del Vecchio le credeva gay perchè aveva messo l'accappatorio al proprio posto 'con le sue mani'.
    Insomme, dove Checco Zalone parla di ChecchePazze, qui parlano di Amore. DEVO Vederlo.

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  4. credo proprio che lo guarderò. La somiglianza con gosling non è un fattore che mi ha convinto...!?
    p.s. fichissimi i vasetti all'incovercio

    Leti

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  5. @liano: il film gay più bello di tutti è Festa di compleanno per il caro amico Harold :)
    leti: ma in tutto ciò... gosling vestito da donna ve lo ricordate?!

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