sabato 12 novembre 2011

Another Heart

Another Earth
Trama: Pianeta Terra chiama Pianeta Terra

Immaginatevi la situazione, non semplice, di alzarsi la mattina guardare il cielo e scoprire che oltre al sole limpido e la luna che ancora un po' si vede c'è una terza palla immensa nel cielo, un pianeta intero, un altro pianeta Terra. Insomma così:
Già questo basterebbe a far scoppiare una Terza Guerra Mondiale, sia tra i popolo che dentro noi stessi. Come se non bastasse si scopre che questa Terra2 è ESATTAMENTE uguale alla nostra, con le stesse nazioni, le stesse città, le stesse persone. Quindi ci siamo NOI su quel pianeta, gli abitanti di Terra2 sono loro, ma loro sono noi. C'è un altro me stesso su quel pianeta. E quindi - al di là di chi grida The End is near, la vera domanda è: cosa diremmo al nostro me stesso? Come sarebbe incontrare me? Cosa mi chiederei? E cosa mi risponderei? Direi cose del tipo "sei davvero un bel ragazzo", oppure abbandonerei queste cose filosofiche e farei domande più leggere?
Con un plot così poteva uscire uno di quei film che te li ricordavi per anni. E anni. Purtroppo la scelta - forse per ristrettezze di budget, ma non è che la povertà ha mai fermato davvero le idee - è quella di puntare il focus della storia su due personaggi, coprendo tutto il film di un manto di tristezza da lutto che mezzo bastava: giovane astronoma investe e uccide moglie/figlio di non tanto giovane musicista. Per lei carriera rovinata, carcere per lui come a lutto. Dopo anni lei esce e va a trovare il vedovo (che non la conosce perché lei era minorenne e non poteva averne il nome) e instaura con lui un rapporto a due (da qui il titolo del post) di amore/pena/compassione/colpevolezza troppo da film off di sentimenti off scene off vita off amore off struggiamoci off.
Il film quindi non mantiene le promesse, almeno quelle che mi pensavo io. Ok, non è un film di Emmerich e lo sapevamo già che non dovevamo aspettarci la scena di guerra con battaglioni spaziali composti dagli stessi identici soldati, ma, ecco, bastava un po' di movimento in più e un po' di sospensione e sospiri in meno. 
La regia è buona, e ok, i messagggi formali del tipo "il pulviscolo che vedi nel fascio di luce nella stanza silenziosa è come un mare di stelle che ti danzano intorno"... 
...sono buoni, e ok, ma non anche troppo iconografici? Di certo troppo troppo formali. Ma di mezzo c'è troppa sospensione, che a volte fa rima con noia. Film off, noia on. Di certo il 2011 è l'anno dei pianeti grossi e della melanconia.
Forse è colpa mia, che faccio a cazzotti con le cose off. Magari a voi piacerà da morire. C'è da dire che il grado di distruzione sentimentale che provano i due protagonisti si avvicina abbastanza al mio concetto di Amore (che lo so che vi dico sempre che non ci credo), e quindi mi è venuta voglia di spiegarvi come la vedo io quella cosa là dei sentimenti, come se a qualcuno interessasse davvero. Lo faccio con l'ultimo fumetto che ho disegnato in vita mia, tipo 11 anni fa, quello che poi era piaciuto di più di tutti (lo so, sembro un Salinger imbecille, perdonate, ma lo sono. Imbecille. Non Salinger). Eccolo.

6 commenti:

  1. bello o non bello mi attira decisamente!

    RispondiElimina
  2. AHAHAHHAHAHAHAHAHH! Fantastico! il tuo fumetto dico, supermegastracinico... merita una letta!

    RispondiElimina
  3. c@nnibal: sì, mi sa che a te piacerà ;) (ma melhancolia se lo mangia a colazione...
    squ@lo: mangiamo e ci facciamo mangiare

    RispondiElimina
  4. Il fumetto è molto interessante! Complimenti!
    Rispecchia esattamente una situazione sentimentale che conosco...da vicino. Solo che a volte vorrei esser fatto di Guttalax..

    RispondiElimina
  5. alla fine a me è piaciuto da morire!
    vabbè da morire morire magari no, però l'ho trovato davvero notevole

    RispondiElimina
  6. perché il 2011 è stato un anno un po' nullo...

    RispondiElimina