lunedì 17 aprile 2017

Questo triste mondo malato

I Don't Feel at Home in this World Anymore
Trama: Giustizia da sòla

Il primo dato interessante di questo film è che il regista è Macon Blair, un nome che ovviamente non vi dice nulla, non vedo perché dovrebbe, e che neanche a me diceva nulla fino a vederne la faccia, questa strana facciota da collega sistemista che ti risolve quel problema alla mail o da vicino di casa da dieci anni e non sai mai qual è Martinelli del terzo piano o Santucci del quinto che mannaggia a lui se non la smette ti tirare i mozziconi nel mio terraccio un giorno salgo e faccio un macello
Probabilmente a qualcuno di voi dice qualcosa, anche se in effetti non è immediato collegarla al pazzo barbuto di Blue Ruin e al tirapiedi nazi di Green Room e ancora meno a quel vecchio film pazzerello di Murder Party (che comunque ricordo pochissimo pure io).
Il tipo sembra aver imparato benissimo dai film a cui ha partecipato perché lo stile di regia, la violenza dei poveracci e soprattutto la suburbia folle in cui ambienta il suo esordio sono proprio gli stessi.
America. Oggi. Patria di redneck, complottisti, poveracci coi villoni e coi figli drogati che fanno le rapine non prima di aver lasciato un ricordino nello sciacquone del water. 
E anche di povere ragazze sfigate che non fanno male a una mosca e che subiscono le peggio angherie ogni giorno, tipo farsi superare sempre nella fila del supermercato o farsi rovinare il finale di un libro dal primo coglione che passa. Ti credo che ti sale la rabbia.
Quando alla porella le entrano i ladri in casa e le rubano l'argenteria della nonna e la polizia le risponde con un'alzata di spallucce, lei non ci sta e, aiutata da un vicino di casa che si crede ninja e hacker (non è neanche lontanamente nessuna delle due cose, soprattutto non è un hacker, stupenda la scena in cui deve cercare a chi appartiene un van dal numero di targa, si mette al computer, esclama un accorato e nerdico "adesso a noi due" e poi apre Google), risalirà fino a chi le ha rubato l'argenteria scatenando una spirale di violenza inaudita e grottesca.
Pare un po' quel film dei due loser a vita che prendono la pistola e vanno a sparacchiare chi gli fa schifo. Solo che in questo non sono loro a scatenare la violenza, ma la devono per forza usare per reazione contro chi senza posta gli punta un fucile contro.
Il film è "indie" nel vero senso della parola, quindi personaggi stramboidi, ambientazioni fuori mano, cretini col diritto di voto e di parola che decidono per la vita altrui.
Tiene bottissima soprattutto per l'escalation di sangue e mani mozzate, andamento che deve anche un po' ai Coen di un ventennio fa, penso a Fargo, dove all'essere dei criminali disorganizzati e coglioni corrisponde l'essere anche dei fottuti serial killer sanguinari a cui i due loser rispondono come possono, cioè lanciano stellette ninja in faccia alla gente.
Purtroppo molte delle considerazioni della protagonista sono veritiere
Come darle torto.
D'altronde, se pensi che al momento l'uomo più potente ponte pi del mondo è questo qua:
Protagonista femminile perfetta, brutarella e banalmente ordinaria, per questo bellissima, protagonista maschile Frodo, che continua la sua galleria di personaggi strambi per scrollarsi di dosso i peli da hobbit (dopo un paio di serial killer, qui e qui, e  un paio di film che boh, questo e questo).
Il film è una possibile risposta all'annosa domanda che tutti ci facciamo quando leggiamo quel certo commento du FB o quando "Quando si estingue l'umanità? Facciamo in fretta che dopo ho da fare."
E questo illustraposter

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