martedì 27 settembre 2016

DEFICENT DELL'ATTENZIONE - Demolition

Benvenuti dentro una nuova rubrica che si chiama DEFICENT DELL'ATTENZIONE. Praticamente si tratta di recensioni che non ci metto più di dieci minuti a scriverle io e più di quattro minuti a leggerle voi. Esatto, sembra incredibile ma ci metto molti ma molti più minuti di dieci minuti per scrivere le mie recensioni, e quei 2 minuti sono diventati preziosissimi.
Questa è un'epoca in cui regna il deficit dell'attenzione, in cui non abbiamo tempo di leggere recensioni lunghe, in cui ci sembra sempre che il contenuto successivo sia più interessante di quello attuale, in cui difficilmente un discorso riesce a considerarsi veramente buona lettura.
Demolition
Trama: Demolition Man

Demolition è un film sull'elaborazione del lutto. 
A Jake Gyllénà°Lh§ muore la moglie. Non l'adorata moglie, non l'amata moglie, praticamente la sconosciuta moglie, più che altro, per sua stessa ammissione "la facile moglie" (dove facile vuole dire quelle volte che fai le cose non tanto perché ne sei convinto ma perché sono facili, non ti devi sbattere più di tanto).
Jake non piange, non ride, non sente nulla. Lei muore, lui torna in ufficio. Non perché si è liberato di un peso, ma neanche per reagire a un dolore enorme. Tanto da fare le prove di pianto al funerale
Non fosse che qualcuno gli dice una frase: "per ricostruire bisogna prima distruggere". 
Jake prende la cosa un po' troppo alla lettera e inizia a smontare troppo. Diventa una puntata vivente di Fatti a fette:
Distruggere cose per scoprire come sono fatte dentro diventa la sua ragione di vita, si comincia col frigo di finisce con la casa, l'intento inconscio, ovviamente, è distruggersi per capirsi.
Ovviamente questo andamento o ti porta al suicidio (autodistruzione) o alla rinascita o a Naomi Watts nel suo solito ruolo di donna borderline che vive una vita un po' trista ma ha un gran cuore, questa volta alle prese con un figlio preadolescente (forse) gay 
e fichissimo (tieniamo a mente quell'attor giovine...).
Il rapporto con la donna, ma ancora di più col pischello, costringerà Jake a ridere di nuovo, o per la prima volta. Costringerà in senso letterale:
Il film è bello, non stupendo, soprattutto per un finale troppo buonista e "americano oddio non facciamolo finire iperdepresso che poi la gente inizia a distruggere l'America".
E soprattutto non scordiamo che Jake ha il suo pubblico femminile che non va deluso quindi facciamo la scena di lui che sbrocca e balla fichissimo in mezzo alla gente
Jake bello ma che balla, è bravo (molto meglio di quando si pompa, ma peggio di quando il film ha più sprint) , sta facendo le prove generali per l'oscar, prima o poi. Naomi col pilota automatico. Il regista - quello di Dallas Buyers Club - si perde sempre in un certo timore, inizia a esplorare i sentimenti (alla maniera di Inarritu per capirsi) e poi rovina un po' tutto tirando il freno a mano fermando la tragedia, che purtroppo di solito è più plausibile della rinascita.
Gif sorniona (ma anche un po' Deficent) di Jake per farvi passare altri 2 minuti su ChickenBroccoli.

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