giovedì 28 novembre 2013

Ragazzo vecchio dove vai

Old Boy
Trama: Ridi e il mondo riderà con te, piangi e piangerai da solo

Ogni volta che riaffronti Old Boy - e questa sarà stata la mia 4a... o 5a? - ti viene in mente solo una parola: Capolavoro.
Ma che altro gli vuoi dire? C'è una tale coscienza, una consapevolezza, una "mano ferma" in tutto il film che davvero appena finito ti viene voglia di riguardarlo da capo, fosse che fosse che hai perso qualche particolare, qualche espressione (guardate Taesu nella stazione di polizia, poi guardate come diventa, ditemi che è la stessa persona e po ditemi che gli orientali, se vogliono, non sanno recitare. Il problema è che raramente vogliono...), qualche battuta, qualche formica.
La perfezione corre sul filo della follia del protagonista, costretto per 15 anni in una stanza a meditare vendetto contro uno sconosciuto, poi, man mano che si svelano i motivi, i tratti di follia si fondono come una melma, ma non riesci a staccare gli occhi dal film.
Dalla scena di combattimento migliore degli ultimi dieci anni:
E non è un caso se The Raid, il film di combattimento migliore degli ultimi dieci anni sia in realtà la versione estesa a 90 minuti di quella scena:
e non è un caso se gli amerigani hanno già citato e stracopiato la scena mille volte:
La vendetta, anzi le vendette perché ce ne sono diverse, dirette o trasversali, nel film, sono le vie impervie di un doppio triangolo amoroso schizoide, romantico, tristissimo. Certo ci sono un paio di punti che perplimono, prima di tutti la strana giovinezza del diabolico villain

ma la bellezza di certe scene e inquadrature - che riempiono l'internet sotto forma di gif

riempie gli occhi e la coscienza cinematografica. Il miglior capitolo della trilogia della vendetta (uno, due, tre).
Parentesi spoilerante riservata a quelle illuminazioni che ti vengono solo alla 4a 5a visione quando magari voi ci avete pensato già alla prima: ripensando alla scena dell'ipnosi finale, quando Taesu si fa cancellare le memorie atroci che ha accumulato negli ultimi giorni, prima fra tutte l'incesto

viene diviso in due, il mostro, rimane nella realtà filmica della stanza dove Taesu ha perso lingua, dignità, senno, mentre il Taesu immemore che vivrà il resto della vita vegetale che gli resta, è solo il riflesso, un riflesso di Taesu.
Grazie, grazie, grazie arca.
Poi. Ovviamente, durante le scene di prigionia, la domanda è lecita: cosa farei io, Ciebbì, rinchiuso 15 anni dentro una stanza mangiando solo ravioli fritti? (a parte chiedersi cosa ci sarebbe di diverso negli ultimi 15 anni della mia vita? ...la verità è che mi adatterei, anzi, riuscirei anche a starci bene. È un problema ve'?
Ora. Succede che tra poco esce il remake amerigano che NESSUNO al mondo richiedeva e neanche aveva proprio il permesso di richiedere (neanche quelli che "il cinema orientale è lento gli attori orientali non sanno recitare"... neanche io quindi), regia di Spike facciadacazzo Lee, uno che non fa la cosa giusta da tanto tanto tempo; pensa che ce lo siamo scordato Miracolo a Sant'Anna? Ecco, non ce lo siamo scordati per nulla.
Il trailer preso per quello che è non sarebbe manco male, anche se Josh Goonies Brolin non mi pare proprio all'altezza, ma insomma, basta con questa cosa dei remake, basta davvero. O almeno non andassero a disturbare i miti non solo recenti, ma che vivono la loro miticità non in assurdi cineclub di appassionati del genere o nei loro microstaterelli sconosciuti.
Sono aperte le scommesse su quanto se l'Old Boy originale è un Capolavoro, l'Old Boy amerigano sarà un riflesso sbiadito e inutile.

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