martedì 5 marzo 2013

Paolo avvizzì

Tutti i santi giorni
Trama: Thony, ma nero 

Ci siamo abituati ad un Virzì quasi perfetto, più o meno infallibile, vero e (quasi) figlio unico - anzi nipote unico - della Commedia all'Italiana; tra i pochissimissimi capace di raccontare in maniera veramente attuale il famoso adagio "Vizi e Virtù dell'Italianità media e non" con sardonico passo, dolce passione, divertita amorevolezza. 
Virzì non ha per davvero sbagliato un colpo, da La bella vita in poi solo bei film, quando non grandi (Ferie d'agosto, Ovosodo, Tutta la vita davanti e La prima cosa bella indubbiamente i suoi film migliori). Magari alle volte non è andato proprio vicino al centro, e la sua carriera è fatta anche di film "minori" (Baci e Abbracci, N, Caterina, Tanino), ma mai realmente spiacevoli. 
Ed ecco invece il suo primo film davvero sbagliato in (quasi) tutto. Tutti i santi giorni (il titolo però, quello è azzeccatissimo) è minore tra i minori.
Il problema, paradossalmente, è lo stesso che invece, altre volte, innalza i film di Virzì allo stato dell'Arte: il suo amore per gli attori. 
Lo abbiamo detto più e più volte, Paolo Virzì prende un tavolino e lo trasforma in Mastroianni, prende la Ramazzotti e la trasforma in Grace Kelly (oddio, forse ho esagerato un po'… ma avete capito), è uno insomma che riempie i suoi personaggi di una tale umanità che quando finisce il film è come se avessi ascoltato per un'ora e mezza il racconto di un tuo amico. Un tuo amico Vero.
Di Tutti i santi i giorni, invece, te ne frega veramente poco, e invece di volere saper come va a finire, vuoi solo sapere quando va a finire.
Certo, ci sono brevi momenti (brevissimi, a dire il vero due contati) e l'abbozo di un personaggio "virziniano" (il Lui della coppia), dolce, carino, tenero, delicato, candido e umano; ma c'è una storia troppo esile nonostante la sua ostentata "gravità", c'è uno sguardo un po' stanco e ripetitivo nelle dinamiche di coppie, c'è l'inserimento del tutto inutile di una parentesi romana "zora" (dicesi coatta, tamarra) che più che raccontare un certo tipo di romanità burina diventa iconografia spicciola, soprattutto perché nell'economia della storia non c'entra veramente niente, anzi addirittura appesantisce, e infastidisce doppiamente visto che Virzì ha sempre rispettato con sguardo umanissimo ogni "prodotto tipico" di ogni regione (dai romani coatti ai toscani intellettuali, dai napoletani caciaroni ai SUDati pieni di calore umano). 
Ebbene l'Amore di Virzì per i suoi attori si trasforma nel problema: quando con Micaela Ramazzotti (che infatti poi ha sposato) è riuscito nel miracolo di trasformarla da Zora a dolcissima ragazza di borgata capace di sentimenti e profondità oserei dire "pasoliniani", qui Virzì si innamora perdutamente di un personaggio anacronistico: tale Thony (al secolo Federica Victoria Caiozzo), una cantante del tipo Cristina Donà che carica le sue canzoni su MySpace, Virzì la sente, la nota, se ne "innamora" ed è subito attrice protagonista di film. Il problema è che la natura universitaria e "so 90's" di tutta questa operazione  - come anche stanche e nate vecchie sono le sonorità e le sue canzoni sospirate da Thony Capuozzo - fa "spompate" tutto il film. Thony non è un'attrice, ok, è naturale, ma è antipatica, la sua  esperienza di cantautrice è fuori tempo massimo: il viaggio a Londra coi capelli rosa, le canzoni con la chitarra nei pub, le Dr. marteen's e la custodia della chitarra. E quel dialetto strascicato...
Sarà, ma queste cose mi sembrano passate da anni. Se rivedessi ovosodo mi sembrerebbe vecchio e anacronistico anche quello? Francamente non credo.
Spero vivamente che dopo questo secondo passo falso consecutivo (il precedente è stato il fallimentare doppiaggio di quella caccola verde in Ralph Spaccatutto, un peccato di egocentrismo spiacevole: se sai dirigere così bene gli attori, dovresti saper riconoscere il te stesso incapace di recitare/doppiare, no?) Virzì ritorni in sé e ci regali un suo nuovo vero grande film.
Il vero problema sta proprio in Thony, personaggio odioso presumibilmente anche nella vita. Se questa è una (rock)star nostrana in carne ed ossa, vera e reale, allora forse preferisco quella finta e recitata male di Claudia e del fratellino di Virzì.

3 commenti:

  1. Quanta cattiveria!
    A me invece è piaciuto molto il film e in quanto donna trentenne che fa un lavoro che non ama mi sono anche molto rivista nel personaggio di Antonia. Apprezzo Thony come cantante (la trovo simile a Cat Power) e ho avuto modo di assistere ad un suo concerto e posso dire che e mi è piaciuta, anche se credo che abbia un carattere molto particolare, più che antipatica mi è sembrata una timida un po' imbarazzata, ma comunque simpatica.
    Nel complesso il film mi è sembrato un ritratto abbastanza verosimile della generazione di trentenni di oggi, indipendentemente da ciò che concerne la ricerca - spasmodica - di un figlio.
    I trentenni di oggi, non riescono ad essere all'altezza dei propri sogni e delle proprie ambizioni e per questo sono frustrati, indipendentemente dal livello culturale e sociale.
    Io credo che questo sia un film sulla necessità di fare i conti con la propria realtà, sull'importanza di accettare i propri limiti e le limitazioni esterne.
    Il personaggio maschile, secondo me, è l'unico realmente positivo perchè riesce ad accettare tutti i limiti e ad affrontare la vita in modo positivo e proattivo, accetta la realtà ma non la subisce.

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  2. NOOOOOOOOOO C&B SBAGLIAAAAAAAAAAA!!!!!

    Per me è un altro gioiello di Virzì, con protagonisti amabili alla massima potenza (conosco siciliane praticamente identiche a Thony e per niente anacronistiche) e tematiche attuali come sempre. Riconosco anch'io l'inutilità della parentesi romana, che forse è solo l'omaggio di Virzì alla burineria che tanto ama (e infatti la Micaela non è che scherza), ma è poca cosa rispetto alle storie sempre esili ma umanissime che racconta.
    Thony non è anacronistica perché lavora a Termini e vuole un figlio invece di suonare nei pub e drogarsi. La parentesi anacronistica è la sua fuga finale, che infatti viene da lui (il fidanzato) ridicolizzata proprio come tale.
    Io mi sono innamorata pazzamente di Luca Marinelli e di nuovo di Virzì e pure della calata catanese.

    WIWA WIRZI'!!

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  3. i Dr. Martens sono tornati di moda.

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