venerdì 22 luglio 2011

Nella rete

Trust
Trama:
- Ciao
          - Ciao
E sei fregata.

Già Catfish era un campanello d'allarme, ma dopo la visione di Trust ho finalmente recepito il messaggio: 
CHIUDETE.
INTERNET.
ORA.
Perché internet è pieno di gente bruttissima, infatti oltre ai blogger, ci sono i pedofili! Che usano le chat, ti mandano i pedo file e poi ti dicono "skypiamo". Ok, basta così, c'è proprio poco da ridere infatti la smetto e chiedo pure Scusa. Solo che il film, nonostante il tema trattato, pesantissimo, criminale, abominevole e lurido, mi ha fatto pensare per tutta la sua durata a "un prodotto televisivo, giusto un po' meglio della media, salvato a fatica da bel faccione sconvolto di Clive Owen". Infatti l'avevo pensata giusta visto che arrivati i titoli di coda ho scoperto che la regia è di David - quello sempre con la faccia appesa di Friends - Schwimmer. Certo ha scelto proprio un argomento leggerino, senza avere il "carattere" nè il coraggio di andare a fondo, nei sentimenti, nella storia, nei personaggi, nelle dinamiche. Si concentra sul padre, sfoca la madre, tenta una carta inusuale (la vittima che arriva a "difendere" il suo carnefice), chiude con un buonismo inutile e infiocchetta il tutto con una scena finale della serie "occhio! sono tra noi!" che suona come quei cartoni animati che poi alla fine c'erano i protagonisti che ti dicevano "e la morale di questa puntata è che...". Però la tematica stessa del film basta a "fartela pigliare malissimo", anche se il film è mediocre. La locandina Banksyana è orrenda. Lo sai chi dovrebbe girare un film del genere? Polansky.

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