giovedì 5 giugno 2014

Un sacco brutto

Sotto una buona stella
Trama: Stella com'era

È finito.
Carlo Verdone è finito.
E questo è un giorno di lutto.
Perché se sei romano, se hai trentaqualcosa anni e se hai anche il benché minimo amore per la tua città, per le sue infinite magagne, per i personaggi che popolano bar, strade, ospedali, mercati, vicoli, balconi e finestre, spiagge e lungoteveri, non puoi non aver amato anche Carlo (Verdone, ti chiamo Carlo perché i tuoi fan sono tuoi amici prima di tutto) e tutte le sue maschere, che hai citato mille volte, milioni di volte, sempre, fanno parte del tuo background.
E dopo tutti gli "che dici sfonno o m'abbruccio?", i film più adulti, melanconici e "autoriali", quelli con il Verdone ipocondriaco, ipercondriaco anzi, oggi, di fronte a questi film (questo, questo...) si cerca di capire quando esattamente Carlo abbia saltato lo squalo, quando, in effetti, sia diventato il primo problema dei suoi stessi film (per esempio, trovarselo nella Grande Bellezza è stato perfetto).
Io credo che questo, esattamente questo, sia stato il momento.
E ora abbiamo un Verdone che suscita tristezza e malinconia, involontarie però, di quelle che suscitano quegli sportivi campioni di epoche passate ora incartocciati in ossa deboli, quei cantanti che ripetono la stessa strofa da trent'anni, e la smetto che mi prende un po' male. Forse ha fatto bene Benigni a smettere di fare film, i toscani non devono provare quello che proviamo noi. Troisi non lo cito che vabbé...
Sotto una buona stella nasce e finisce sotto una pessima stella. 
Una regia da pubblicità di un locale di periferia, di quelle che vanno in onda nelle tv locali. Recitazioni tra le più ridicole, amatoriali, quasi parrocchiali
Una fotografia gestita dall'addetto luci di un bar su Viale Marconi. Delle scenografie fatte di mobilio buttato lì, la povertà dei set, una sceneggiatura didascalica che pare scritta da uno studente di un corso di sceneggiatura online. Il peggiore della classe, intendo.
E poi gli attori. Tralasciando Verdone che si butta giù da solo recitando in modalità bambacione sconsolato senza sapere neanche lui il perché e la Cortellesi che rimane sì brava, ma di quella bravura di chi ha deve tenere sulle spalle tutto il peso del film, e non ce la fa, tutto il resto è davvero sconsolante. Voglio dire, se c'era una cosa che Verdone ha sempre saputo fare è sapersi circondare di comprimari più che perfetti, c'è gente che deve la fortuna di una vita a Verdone, invece sembra che Carlo sia andato ai provini di un qualsiasi talent televisivo e abbia detto "dai, tutti con me". 
E poi il ritmo. Un film di Verdone senza ritmo, fa male anche solo a scriverlo, pensa a vederlo. Ci sono momenti in cui passano quelli che in gergo teatrale si chiamano treni, pause involontarie, addirittura tentennamenti (di quelli che in sede di montaggio, dio santo, togli!) e accavallamenti di frasi per nulla voluti, sembra di vedere le prove della scena, e invece è la scena vera, mandata al cinema. Appare pure Infascelli, sì quello che per un periodo di tempo si era creduto un regista.
Vogliamo trovare del buono in questa Waterloo, vogliamo vedere una flebile lucina in questo giorno buio in cui muore l'amore per Carlo Verdone (almeno quello di oggi, che si ostina a fare film quando, non so, potrebbe dedicarsi al documentario, perché no? Come racconterebbe lui Roma, nessun altro...)? E va bene, eccola: Tea Falco, la cui recitazione strascicata e "strafattona" ai limiti del "sono qui per caso" avevamo azzardatamente lodato tempo fa, si rivela per quello che è: una strascicata strafattona incapace di mettere il benché minimo pathos (o anche solo un'intonazione che non sia "hhhh") a quello che dice e fa. Disperato è il mondo che ha dato a questa ragazza il permesso di farsi chiamare attrice.
Il peggior film di Carlo Verdone di sempre, e mi piange il cuore, perché Verdone mi ha cresciuto e non mi vergogno neanche un po' a dire che è stato il più Grande, Grosso di tutti.
Verdone, vogliamo ricordarlo così, Un sacco bello, un sacco divertente, un sacco malinconico, un sacco romano, un sacco Verdone:

1 commento:

  1. grande titolo di post! :D

    il film temevo sarebbe stato così terribile, ma credo che per averne conferma me lo sciropperò lo stesso, anche se so già finirò per pentirmene.

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