martedì 24 gennaio 2012

Uno Spilbi chiamato Cavallo

War Horse
Trama: Oh Oh cavallo di Spilbi Oh Oh. Di che colore era il cavallo marrone di Spilbi? Lo Spilbi che sussurrava ai cavalli. Black Spilbion. A horse with a name: Spilbi. A caval Spilbato non si guarda in bocca. Posso continuare. Perchéicavallihannolenaricigrandivogliovederetea scaccolarticonqueglizoccoli. Quanto volete.

SPILBI ritorna in guerra, questa volta Prima Mondiale, a cavallo (!) tra il '15 e il '18 e, dimentico del soldato Ryan (non Gosling), si concentra su cavallo.
Quindi War Horse film che segue le gesta eroiche di cavallo, ed è SUBITO Spilbi! Quello che conosciamo, quello che ci ha insegnato che per pescare squali devi portarti dietro una bombola di gas, quello che ci ha detto che agli alieni con dentro la gente senza gambe gli piace vestirsi da donna, quello che ci ha fatto comprare le fruste spigando che "no, non è per fare giochini sadomaso", sì insomma quello. Quello che - volente o nolente - è il più grande regista pop di sempre.
E quando Spilbi si avvicina a tematiche di guerra e sentimenti, lo sappiamo bene, non si scappa: ci saranno TUTTE quelle scene che conosciamo benissimo, costruite col cesello per farci divertire/piangere/sognare/emozionare, che le abbiamo viste i milioni anzi i miliardi di volte. Ma che a lui perdoniamo sempre perché, che diamine, LUI È SPILBI! E tutti gli altri no. Sono cosa sua, le ha inventate lui... o se non inventate le ha talmente fatte sue che è come se le avesse inventate. Stateci.
Quindi cavallo che fa gli scherzi al padrone; cavallo che non sa saltare per tutto il film ma poi alla fine salta e giù emozione sulla spina dorsale (nostra e del cavallo); cavallo che rimane intrappolato nel filo spinato - nella scena migliore del film - proprio al centro della terra di nessuno tra la trincea inglese e quella tedesca e due soldati delle avversarie fazioni per salvarlo escono dalle rispettive trincee e cooperano perché in fondo la guerra che follia siamo tutti uomini e ci voleva cavallo per farci scoprire che la guerra mannaggia mette contro uomini che invece alla fine amano cavalli; cavallo a cui all'inizio del film viene insegnato a rispondere ad un certo "fischio-richiamo" e alla fine del film padrone che l'aveva perso per anni usa proprio quel "fischio-richiamo" e cavallo lo raggiunge... vabbè, insomma... ©SPILBI! Ma che vuoi di più?
Il film, purtroppo, è uno di quelli che potremmo considerare uno Spilbi minore - per fare un ripasso di TUTTO Spilbi minuto (E.T.) per minuto (l'alieno di incontri ravvicinati) andate qui - un film dove ci sono sì tutte le cose che ci fanno amare Spilbi ma ci sono anche troppe cose un pochino storte.
Attacchiamoci ai cavilli (!): la struttura del film è quasi a episodi, con cavallo che passa di padrone in padrone, di fazione in fazione (prima al contadino, poi agli inglesi, poi ai tedeschi, poi una ragazzina e nonno (heidi?), poi di nuovo gli inglesi (indovinate un po' a chi torna? Sì infatti.). Quindi l'andamento è un po' trotto troppo spezzetato, ti affezioni ad alcuni cavalieri ad altri per nulla; sono favolosi e romantici i vari brmance che costellano il film, tanto per dire commilitoni sì ma prima di tutto brmantici. Il migliore è  il velato brmance tra i due generali inglesi all'inizio, interpretati da Sherlck e Lki (infatti la coppia, come Brangelina, l'ho subito rinominata Sherlki). E c'è anche il tempo per un paio di intensi sguardling:
Ma ecco che tempo una ventina di minuti spariscono per sempre e così ad ogni nuovo "cavaliere" di cavallo. Quindi di padrone in padrone il tutto risulta come una sequela di storie appiccicate, quasi episodi di una serie TV, quasi un road movie, un road horse movie. Niente di malissimo, Spilbi sa sempre il fatto suo e riesce a dare ad ogni "episodio" della vita di cavallo un suo andamento, anche nella regia: basta pensare a tutta la scena iniziale, con l'immancabile "videoclip" di addestramento simpatia e relativi scherzi tra cavallo e ragazzo, tutto punteggiato con un comparto musicale palesemente ispirato a Pierino e il Lupo (ed entra in scena papera, parte l'oboe, entra in scena madre, parte l'ocarina, entra in scena padre, parte il trombone). O a quella più belligerante, con cavallo che sembra uno dei soldati dell'inizio di salvate Ryan.
Purtroppo l'affezione per i personaggi - che Spilbi lo sa bene cos'è - si lacera un po'. Non ti affezioni a nessuno veramente. Certo è pure vero che l'intento era palesemente quello di farci affezionare a cavallo e a cavallo solamente (che poi altri non è che E.T. che invece della faccia orizzontale ce l'ha verticale) e proprio qui Spilbi inciampa. E l'inciampo si sente doppio proprio perché Spilbi è uno che non fallisce MAI a farci affezionare a qualcuno, pure fosse un predatore dei mari, un cinesino antipatico, Tom Cruise. 
Quindi c'è il trucchetto spilbiano di cavallo che basta che lo inquadri ed è subito espressionismo:
Spibi riesce addirittura a infilarci un'autocitazione(Guerra dei Mondi) con un alieno occhio cavallo da usare come fish-eye:
Però proprio quando uno inizia ad aprire il proprio cuoricino a cavallo, ecco che il tutto si raffredda per colpa di personaggi spalla (a cavallo) poco interessanti o approfonditi. Ci sono troppe storyline, giusto un paio interessanti, e comunque pure quelle interruptus.
Inoltre rimane la mia solita perplessità, quella che ogni qual volta si tratta di attori-animali mi fa incazzare, Spilbi o non.Spilbi. Io capisco che cavallo lo puoi ammaestrare e che il filo spinato era di lanacotta e che le ferite erano make-up. E ok. Ma è il concetto stesso di "ammaestrare" che davvero mi consuma. Non riesco a non pensare - anche se mi diverte vedere cavallo che fa lo scherzo al suo cavaliere, anche se mi piange il cuore a vedere cavallo stremato dalla fatica che si accascia per terra e ci guarda con quegli occhi... quegli occhi lì... - non riesco a non pensare, dicevo, che quelle cose le fa perché AMMAESTRATO, non è nella natura di cavallo recitare. Punto.
Ogni volta, ogni singola volta, spero davvero che l'Apocalisse tanto sbandierata arrivi davvero e a un certo punto TUTTI gli animali della Terra si uniscano contro l'Essere Umano. Quanto ci mettono a distruggerci? Uno, due giorni? Basterebbero gli insetti e bye bye Uomo.
Comunque, tornando a cavallo e ai suoi cavalieri. Il film è pieno di bellissima gente. Oltre alla coppia Sherlki ci sono Peter Mullan:
C'è quel bell Toby Kebbell:
Compare il nostro amico Eddie Marsan:
(che nonostante la scena possa farlo sembrare il cattivo di turno, no, non ci sono cattivi. Solo la Guerra è cattiva.) Insomma la creme degli attori (bravi) made in uk degli ultimi tre/quattro anni. Eppure il film rimane uno Spilbi minore. In un certo senso "bloccato" proprio nella sua troppa "spilbirghianità" (errore clamoroso quello di aver girato il film in lingua inglese, ma non doppiando gli attori, no, facendoli invece recitare tutti in inglese, anche gli attori tedeschi o francesi (con relative "r" arrotolate o markate). Prendi Inglourious Basterds e ricordati che lavoro sublime ha fatto Tarantino con le lingue. Spilbi hai avuto paura dei sottotitoli? Che sbaglio. Quanto avrebbero valorizzato il film lingue diverse urlate contro cavallo (che del significato delle parole se ne fa un baffo, cavallo capisce solo il tono, il timbro, il sentimento).
Dai Spilbi, non ho mica detto che è un bruttissimo film, lo sai, non potrei mai... Ma è minore. Ci sono cose che ti funzionano sempre bene (l'addestramento, la scena di guerra, il finale) ma altre che le hai controllate meno. Non fare quel muso lungo (!). Lo sai che con te non sono equino. Ti voglio bene sempre. Tieni prendi questa mela. Vieni che ti ferro. YiiiiiiiHà Spilbi YiiiiiiiHà!
Il film è tratto da una piece teatrale inglese che ha avuto un sfracello di successo, anche perché sfruttava una soluzione per il cavallo sul palco quantomeno interessante, un puppet molto bunraku controllato dagli stessi attori in scena.
(oddio, niente che faccia sconvolgere se si pensa a quello che fa Raffaello Sanzio. Però...). Ecco, pare incredibile, ma sono certo che ci si affezionasse di più al pupazzo ligneo sul palcoscenico (ce lo vedo Spilbi sulla seggiolina del teatro coi lagrimoni) che al cavallo in carne, zoccoli e ossa sul grande schermo. Paradossale, trovare più espressivo un ammasso di ingranaggi che un essere vivo, ma in fondo, non siamo noi quelli che avevano le convulsioni di pianto quando un pupazzetto di gommapiuma ripieno di meccanismi (quando non un nano) era stato abbandonato sulla terra e messo dentro un cestino sul manubrio di una bici? Siamo noi.
Ed ora, una delle collection che hanno fatto la fortuna di C&B. Le collection, non i cavalli. Non sono un fantino. Ridere di statura.
Che poi, se volevo frignare di fronte a cavallo, bastava questo:

Invece c'è più ridere di piagnere, con una scena che:

Comunque la preghiera a Santo Spilbi io la recito non si mai. 
Spilbi Nostro / Che sei a Hollywood / venga il tuo Indiana /
 sia fatta la tua (confini della) realtà /  così nello spazio come in terra.
 Dacci oggi il nostro incontro quotidiano.
 E rimetti a noi i nostri tripodi / 
come noi li rimettiamo ai nostri triceratopi 
e non ci indurre in deportazione / ma liberaci dal mare.
E.T.

2 commenti:

  1. Chicken per la preghiera :D
    Rece letta di sguincio per non sapere troppo ma le parole SPILBI MINORE mi fanno già accapponare la pelle.

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  2. ma la preghiera era già stata scritta tempo fa, all'alba dei giorni (no davvero, l'ho ritrovata e me l'ero pure scordata di averla scritta. diciamo che porto la parola del Signore. Il Sig. Spilbi)
    minore. sì. ma ci sono SHERLOCK! LOKI! KEBELL!

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