Omicidio all'italiana
Trama: Balla balla Ballerina
Ci sono due matti che riescono a fuggire dal manicomio dove sono rinchiusi. Solo che a dividerli dalla libertà ci sono 50 cancelli molto alti. I due non si perdono d'animo e iniziano a scavalcare i cancelli. Scavalcano il primo. Scavalcano il secondo. Scavalcano il terzo. Scavalcano il quarto. Scavalcano il quinto. Scavalcano il sesto. Scavalcano il settimo. Scavalcano l'ottavo. Scavalcano il nono. Scavalcano il decimo. Scavalcano l'undicesimo. Scavalcano il dodicesimo. Scavalcano il tredicesimo. Scavalcano il quattordicesimo. Scavalcano il quindicesimo. Scavalcano il sedicesimo. Scavalcano il diciassettesimo. Scavalcano il diciottesimo. Scavalcano il diciannovesimo. Scavalcano il ventesimo. Scavalcano il ventunesimo. Scavalcano il ventiduesimo. Scavalcano il ventitresimo. Scavalcano il ventiquattresimo. Scavalcano il venticinquesimo. Scavalcano il ventiseiesimo. Scavalcano il ventisettesimo. Scavalcano il ventottesimo. Scavalcano il ventinovesimo. Scavalcano il trentesimo. Scavalcano il trentunesimo. Scavalcano il trentaduesimo. Scavalcano il trentatreesimo. Scavalcano il trentaquattresimo. Scavalcano il trentacinquesimo. Scavalcano il trentaseiesimo. Scavalcano il trentasettesimo. Scavalcano il trentottesimo. Scavalcano il trentanovesimo. Scavalcano il quarantesimo. Scavalcano il quarantunesimo. Scavalcano il quarantaduesimo. Scavalcano il quarantatreesimo. Scavalcano il quarantaquattresimo. Scavalcano il quarantacinquesimo. Scavalcano il quarantaseiesimo. Scavalcano il quarantasettesimo. Scavalcano il quarantottesimo. Scavalcano il quarantanovesimo... * a quel punto uno dei due, ormai stremato, dice all'altro:
- Senti. Sono troppo stanco. Torniamo indietro, ci riproviamo domani.
Ecco. La comicità di Maccio è proprio come quella di questa amena barzelletta. Quel tipo di grottesco talmente imbecille che un po' ti fa ridere anche se non vuoi. Ma che è lontano mille miglia dal rimanere impresso nella mente.
Dopo la marea di finti trailer che non sono mai entrati nel mio immaginario (forse perché non avevo già la tv, ah noi parvenù che non hanno la tivvù), dopo il filmaccio d'esordio che non era piaciuto secondo me manco a lui e dopo la ciulata con la Canalis che mi sa che quella che gli è piaciuta, ecco Maccio di nuovo alle prese con il lungometraccio, e proprio non gliela fa.
Siamo sicuramente messi meglio della volta prima, perché almeno la storia raccontata - che comunque andava benissimo per uno sketch, anche questa un certo minutaggio tira le cuoia, per l'appunto - è più divertente. Anche se non proprio innovativa eh... parte un po' vecchiotta già dal plot.
In un paesello sperduto, sindaco e fratello, che si dividono mezzo cervello in due, trovano una vecchia morta, quindi decidono di fingere un omicidio atrove sulla falsariga di Cogne, Erba, Novi Ligure, Garlasco, tutti paeselli sperduti diventati famosi per il peggiore dei motivi, gli omicidi atroci.
I due (per ritornare al discorso sul tipo di comicità) decidono di accoltellare la vecchia, ma siccome nessuno dei due ha il coraggio, anche se quella è già morta, decidono di portarla su un campanile e buttarla di sotto, dove hanno messo tutti i coltelli con la punta verso l'alto. Poi, tipo epifania, si accorgono che la cosa non funzionerebbe, allora portano la vecchia di sotto e le lanciano i coltelli da sopra il campanile.
Da quel momento in un susseguirsi di cretinate varie ed eventuali, tra giochi di parole alle volte un po' forzati, vecchi che ringiovaniscono grazie all'internet e ragazzini che citano Gomorra, il film si trascina fino alla fine in un'altalena di scenette che divertono (non così tante e non così tanto) e altre che lasciano abbastanza basiti.
I personaggi (troppi) sono scritti maluccio, perché se Maccio e Hebert non li devi scrivere, loro sono già belli e serviti da ore e ore di imbecillità già rodata, su quelli nuovi ti devi concentrare di più, devi far vedere che sai scrivere l'idiozia per davvero, che è sempre la cosa più difficile da scrivere. Scrivi bene un imbecille e mi avrai per sempre.
Da quel momento in un susseguirsi di cretinate varie ed eventuali, tra giochi di parole alle volte un po' forzati, vecchi che ringiovaniscono grazie all'internet e ragazzini che citano Gomorra, il film si trascina fino alla fine in un'altalena di scenette che divertono (non così tante e non così tanto) e altre che lasciano abbastanza basiti.
I personaggi (troppi) sono scritti maluccio, perché se Maccio e Hebert non li devi scrivere, loro sono già belli e serviti da ore e ore di imbecillità già rodata, su quelli nuovi ti devi concentrare di più, devi far vedere che sai scrivere l'idiozia per davvero, che è sempre la cosa più difficile da scrivere. Scrivi bene un imbecille e mi avrai per sempre.
Il personaggio della Ferilli per esemppio, giornalista senza scrupoli che per l'auditel ammazzerebbe lei la gente, praticamente un clone di Barbara D'Urso, è più che risaputo, già visto e stravisto. Biggio immigrato fa tristezza e su Frassica scende un definitivo velo pietoso.
Salvano appunto la faccia Maccio e il sodale di sempre Ballerina, che hanno una tale alchimia che basta metterli lì, e fanno ridere.
AH AH AH!
Sai chi doveva davvero ma DAVVERO diventare grandissimo al cinema? I Broncoviz. Ma che geni erano i Broncoviz? Io se ancora oggi (20 anni dopo) rivedo gli sketch di Hollywood Party impazzisco.
Rivediamoli insieme, altro che Maccio.
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*Sì. Ho scritto tutta la numerazione una per una. Infatti nella barzelletta i cancelli erano 100. so che vi divertite quando mi lancio in queste cose sfiancanti e inutili. Ma voi non mi volete così male, no?
Peggio di così si muore era già un ottimo film! Hai proprio ragione sui Broncoviz, se avessero proseguito in gruppo poteva venirne fuori qualcosa di notevole.
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