lunedì 14 ottobre 2013

I SCREAM

The Dyatlov Pass Incident
Trama: Pola pola polaretti

Le storie di gente che rimane bloccata nella neve e o muore tutta o si salva solo mangiando gli altri a me accendono una morbosetta curiosità, non che mi ci senta bene con quella parte di me, che considero un po' al pari di quella che convince la gente a passare la sua serata davanti al plastico della casa di Cogne con Bruno Vespa che illustra i possibili movimenti dell'assassino, però esiste, quella parte, e ogni volta che vengo a sapere che c'è stata una storia del genere non riesco a resistere e parte la documentazione selvaggia (è il caso di dirlo) e alle domande da divano con la copertina tipo "brrr, chissà cosa avrei fatto io"...
Successe coi sopravvissuti delle Ande, la Carovana Donner, la spedizione Endurance, tutte storie ai limiti dove c'entrava la neve. Ed è successo di nuovo con questo Incidente (chiamalo "incidente") del Dyatlov Pass.
Evidentemente al pari mio anche gli sceneggiatori vengono attratti dal lato misterioso e non riescono a non farci un film su queste storie qui. Purtroppo nella maggior parte dei casi sono film di merda. Quelli dei Donner appare inguardabile
Quello di Shakelton è una produzione televisiva alla Piero Angela salvata solo dal fatto che Kenneth Branagh sta bene col golf a collo alto
O appunto tipo questo TDPA, dove il momento più atroce è quando fanno i disegnini sulla neve
Il regista è uno di quei registi che non ti spieghi, perché è uno che in anni passati è riuscito a farsi affidare il seguito di Die Hard, un film con Stallone nella neve (ah vedi!) e il parrucchiere di Geena Davis
Ma poi è malamente decaduto nel nulla, in un timeworm che l'ha risucchiato nel dimenticatoio e nelle produzione risibili.
E questo filmaccio non lo aiuta di certo, e non lo aiuta di certo aver fatto un cazzo di film con una cazzo di telecamerina. Ma non avevamo detto BASTA?! L'avevamo detto eccome.
Certo, con V/H/S avevamo avuto una riprova che qualcosa di buono si poteva ancora fare (e ancora non ho visto il 2), ma nello stesso tempo diventava palese come un film di un'ora e 40 tutto a telecamerina fosse diventato davvero troppo. Soprattutto il finale in Paris vision tutto verde e queste cacchio di sceneggiature che per 1 ora e 30 non mi fanno vedere niente, e, tu te ne stai lì a pensare "Sarà meglio che non mi fa vedere nulla perché tanto dopo un'ora e 30 di attesa qualsiasi mostro stronzo (mostronzo) mi deluderà?" oppure "Speriamo che almeno ci faccia vedere qualcosa perché dopo un'ora e 30 di attesa mi accontenterei pure di un robo storto fatto male al computer".
E poi, dopo aver già gridato quella volta "maledetto me che ho specato quest'ora e 30 della mia vita che nessuno mi ridarà più" con film del genere (gruppo di ricercatori alla ricerca di mistero misterioso + telecamerina + neve), adesso ti ritrovi a pensare una terza cosa, una sorta di fusione tra le prime due: "Cazzo, ho aspettato un'ora e 30 per vedere qualcosa e questo qualcosa non era altro che due mostronzi fatti male al computer al solito con la bocca larga larga tutti magri che saltano come conigli ma sembrano zombi ma che palle, e li vedo pure bene in tutta la loro mostronzaggine, era meglio non vederli allora".
Bah, fatto sta che qualsiasi cosa si pensi il senso di delusione è diffuso per tutta quell'ora e 30, nonostante si sappia dall'inizio che i film di telecamerina, anche quando andavano per la maggiore, hanno avuto uno, o due esempio positivi, per il resto, lo schifo.
Poi quando cercando la locandina ti accorgi della quantità di locandine e di (non)TITOLI appioppati al film...
[Io lo sogno davvero un film chiamato "Untitled project of Nome Cognome"]
...ti ritrovi finalmente a fare un pensiero lucido: "Adesso salgo su Monte Mario e mi faccio un bel FiordiFragola. Come? Non ce l'ha il FiordiFragola? E ma non c'è mai allora cancellatelo dal cartellone, vabbè mi dia un Lemonissimo... Manco il Lemonissimo c'è?!?

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