mercoledì 2 settembre 2009

zero meno zero fa zero

The Informers
Ho visto. Ma ci devo pensare. Ne scriverò domani... o dopo. o magari mai. non so.


è la mattina dopo. allora armiamoci di un pò di buona volontà e parliamo di questo film. do per scontato che abbiate letto almeno qualcosa di ellis.

Allora il fatto è questo. In generale non mi è mai capitato di pensare che un film tratto da un libro fosse meglio del libro. Diciamo che le due fruizioni sono così diverse che infatti nn si dovrebbe neanche confrontare le due cose. Si legge attivi. Si vede film passivi (nell'accezione positiva del termine, se esiste).
Però ci sono autori che forse non andrebbero proprio presi in considerazione dall'industria cinematografica.
Capiamoci The informers non è per nulla un brutto film, rispetta appieno l'opera di Ellis (tanto che lo stesso Ellis lo ha prodotto e partecipato alla sceneggiatura.) Il fatto è che la grandezza di alcuni scrittori, semplicemente, non è riducibile al linguaggio cinematografico, perchè anche se il film è perfetto nei personaggi, nelle pose, nelle pettinature, nei Ray-Ban... tutto alla fine rimane un pò come masticato male.
(attenzione! vale anche il contrario eh! voi leggereste mai il libro chessò di Pulp Fiction ("E così Mia Wallace inizia un twist scatenato con Vincent Vega e i due si  palleggiano mossette passandosi le dita sugli occhi".... oppure Eternal Sunshine of the spotless mind ("Ed ecco che Joel Barish cammina tra i rottami di una macchina che si ripete e si ripete e si ripete.."). Con questo voglio dire che un libro è un libro, un film è un film, un fumetto è un fumetto, e ognuno fa storia a sè... ci sono buone trasposizione e cattive trasposizioni, ma nulla è mai originale come l'originale.

Bisogna dire però che in generale nessun film tratto da Ellis mi ha deluso granchè. Il motivo è secondo il mio immodesto parere che Ellis incute talmente tanta paura e rispetto che chi si mette a trarne un film parte del presupposto che il suo sarà più un omaggio che una sfida o un impossibile miglioramento. Una messa in scena più che una rivisitazione.  Parte dal presupposto che dovrà rispettare le scene i dialoghi anche se apparentemente assurdi dei protagonisti materialemente immorali ricchi belli e disperati di Ellis. 
e questo è di certo l'approccio migliore che si possa avere.
facciamo un esempio: James Ellroy
L.A. Confidential di Curtin Hanson. Film rispettoso, quindi ampiamente fruibile.
La dalia nera di Brian De Palma. Film disastro, attori sbagliati su tutta la linea, storia sforbiciata, regia da pensionato della cinepresa.

In pratica The Informers, per chi volesse riassumerlo con fare supponente agli amici mentre sorseggia un martini a bordo piscina, potrebbe essere ridotto al pensiero che se hai tutto, non hai niente; e se non hai niente, non hai niente.

Attendiamo Glamorama.


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