martedì 6 giugno 2017

KITTESENCURA

La cura del benessere
Trama: Ed io non avrò cura di te

Ah quante cose vuole essere La cura del benessere. Tantissime. E come spesso accade quando vuoi essere sia carne che pesce (in questo caso o' capitone

succede che non sei niente di tutto questo. Sei un ibrido brutto che sperpera pure le cose buone (in questo caso la regia, del buon Verbinsky che comunque non gli puoi dire nulla dai tempi del primo The Ring).
La prima cosa che vuole tanto essere è una sorta di Shutter Island ma in salsa più horror. 
Il protagonista - uno squalo della finanza di New York con un dramma alle spalle - arriva in questa casa di cura sui monti svizzeri per recuperare il capo della società che ci era andato per prendere un po' d'aria e non è più tornato, e invece di trovare quello che gli offre del cioccolato ci trova la pazzia. 

Sia quella dei medici inquietanti ke parlano tutthi kosi, sia forse anche la sua. Infatti tutti cercano di fargli credere che le cose matte che vede sono frutto della sua testolina. Ecco che l'ombra di Shutter Island si fa sentire.
Poi ci sono ovviamente tutti i rimandi a quegli horror di ospedali e case di riposo tenute da medici pazzi con gli infermieri conniventi i pazienti impauriti che un po' dicono un po' no CAZZO PARLA CHIARO NON TE CAPISCO SO' PAZZO O NO?! e il nostro eroe che all'inizio subisce ma poi si ribella perché I PAZZI SONO GLI ALTRI! Praticamente un remake di questo:

A un certo punto però, da che il film ti fa credere che sarà tutto un mix di corridoi misteriosi, personaggi tra Lynch e Polansky (la scena del dente), scherzi della testa, quindi più psicologico diciamo, il tutto vira all'horror Hammer, proprio quello con apparizioni e sparizioni in fondo al corridoio, dame su quadri che riprendono vita, persone vive che stanno anche su foto scattate duecento anni prima, inservienti che grugniscono e trascinano pesanti sacchi forse pieni di corpi e dottori ancora più pazzi che ti chiudono le cinghie del lettino operatorio e ti fanno torture diaboliche.
Poi, con un ultimissimo colpo di coda, La cura del benessere diventa qualcosa a metà tra Scooby Doo

e Dottor Phibes.

Ma senza quel mattacchione di Scooby e senza Vincent Price. 
So che avete dimestichezza col concetto di Scooby Doo (sai quando alla fine tolgono sempre la maschera da mostro al mostro e si scopre che era il dottore o il capo del luna park o il proprietario dell'hotel), ma altresì spero che voi abbiate dimestichezza anche col concetto di Dr. Phibes (vale anche Oscar Insanguinato) perché davvero è una delle cose horror con cui sono cresciuto. E guarda come sono cresciuto bene. 
Mo' non sto a dirvi proprio la scena finale che magari vi va stasera di passare più di due ore della vostra vita a vedere tutto un film pieno di scene strarisapute con un giovane attore che è pure bravo (è quello di Chronicle) ma un film da solo proprio ancora non ci riesce a tenerlo e con uno svolgimento più che banale, e un finale che francamente fa ridere. Alle volte ci va di passare quelle serate lì.
Ma sarebbe meglio vedere L'abominevole Dr. Phibes. O tre quattro puntate di Scooby Doo.
Le citazioni da Stati di allucinazione

e quella scena finale sul letto 

mi guardo bene dal commentarle.
Il fatto che di questo film non fecero neanche l'anteprima era proprio un campanello d'allarme. Forse, ci fosse stato un cast coi controcazzi sarebbe stato più degno. Ma queste sono tutte congetture inutili. Quello che conta è il megaflop del film. Verbinsky ripigliati, è il secondo di fila. Al terzo finisci direttamente a fare film con Nic Cage e Bruce Willis.
Forse sarebbe stato meglio fare un film su quello sconvolgente fenomeno moderno di tortura autoinflitta che prende il nome di aquagym

2 commenti:

  1. Pensare che a me è piaciuto molto persino The Lone Ranger. Questo è superbo ma ha una trama troppo pasticciata, avrebbero dovuto lavorare un po' di cesello. Detto questo, sono convinta che La cura del benessere diventerà un cultone negli anni a venire.

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  2. http://data.whicdn.com/images/114597454/original.gif

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