lunedì 29 agosto 2016

L'isola tiburon

Paradise Beach - Dentro l'incubo
Trama: Paradise biatch

Così vi avevo lasciato, così vi ritrovo: spiaggiati.
Io invece sapeste come vado, proprio quando il mare è una tavola blu e io broccolo sopra che neanche Matt, Jack e Leroy, ma mica solo il mercoledì, no, tutti i giorni della settimana da leone che mi sono fatto.
Ora ci starebbe benissimo un video pazzesco con colonna sonora altrettanto pazzesca e tutti i tubi che ho preso (soprattutto youTube). Ma accontentavi di questo favoloso gesto atletico.
Ah, il mare. Lo sport. L'acqua che ti schiaffeggia la faccia allora tu per gentilezza porgi l'altra guancia e quello ti scaraventa addosso uno squalo. 
È quello che succede alla povera pinguana protagonista di The Shallows - furbissimamente intitolato Paradise Beach - che viene dritto dritto dal contratto che il Cinema ha stretto con l'Associazione Facciamo Venire il Terrore degli Squali A Tutti Anche Se Ci Sono Più Probabilità di Morire con un Vaso che ti Cade in Testa; il contratto l'ha scritto Spilbi all'epoca e la prima clausola sancisce che almeno una volta l'anno bisogna fare un film in cui ci raccontano la favola che Uomo e Squalo sono nemici naturali, che è vero quanto dire che Uomo e Colibrì o Uomo e Lumaca sono nemici naturali.
Tant'è, quando entri in acqua a fare surf (e io ne so), anche se stai entrando nella piscina coperta della palestra, ti chiedi "e se arriva squalo?", è automatico proprio.
Tutta colpa di Spilbi e del fatto che gli squali so' un po' ciechi e dal loro punto di vista tu surfista sei solo uno spuntino tartarugoso 
Allora in questo caso lo squalo arriva davvero, ed è morto de fica.
Già, proprio vede la bionda da lontano che fa tutta la sciantosa sul suo surf e non ne vuole sapere di andarsene, non prima di averla assaggiata. Gli squali preferiscono le bionde.
Dunque, dall'inizio. Ci sta la biondona - che mi dicono avere alterne fortune tipo aver fatto Gossip Girl (fortuna) e quel film metrosessuale brutto coi narcotrafficanti (sfortuna) ed continuare la progenie di Ryan Reynolds (questa è sfiga proprio)
che va a fare surf in una sperduta spiaggia messicana col suo bel costumino Tezenis e tutti i muscoli del corpo tesi per l'accoppiamento con le onde 
E per i primi venti minuti il film sembra semplicemente uno spot di Instagram: ogni. singola. inquadratura. potrebbe diventare uno scatto social 
Ci manca solo una foto tipo così:
Finalmente arriva squalo, e lì sono cavoli amari. È grosso, incazzato e fatto abbastanza bene col computer. Non ci sono più gli squali animatroni di una volta
Insomma la bionda rimane bloccata su uno scoglio (ah, ti rode essere una cozza adesso eh!?) 
a 200 metri dalla riva, col pescecane che le gira intorno 
e appena qualcuno prova a mettere un mignolino del piede in acqua per vedere se è fredda e se può fare il bagno visto che me so papatos tres tacos esta magnana senorita, questa è la fine che fa
Come farà la tipa a salvarsi? Si trasferirà sullo scoglio? Aprirà un negozietto di collanine lì?
La risposta, purtroppo, è Sharknado.
Già, man mano che si procede con l'atavica lotta Bionda vs Squalo le cose si fanno sempre più insensate, fino a una risoluzione finale degna, per l'appunto, di un film Asylum, film che ho smesso di vedere dopo che ho capito che il brutto fatto di proposito non è divertente (vi ricordate?)
Film del genere - tizi vs mare aperto - ce ne son stati, ce n'è e ce ne saran, da Open Water a Adrift a The reef a Shark Night, questo è l'ennesimo e non è per nulla memorabile; devi solo decidere se te lo vuoi vedere per una bionda con un fisico bestiale o per una bestia che sfida le leggi della fisica.
Io che sono dell'esercito del surf (questa cosa dell'esercito non l'avevo percepita bene mi sa, quando poi per una settimana mi sono svegliato tutti i giorni alle 6 e alle 7 via di correre sulla spiaggia e via di piegamenti, squat e altre cose che qualcuno ha detto si chiama "riscaldamento", ho capito cosa esattamente intendevano per "esercito") dico che Paradise Beach poteva essere fatto molto meglio; è davvero troppo patinato, troppo concentrato a far topa service alla protagonista e sfida ogni realismo in maniera fastidiosa... ad esempio quel bikini striminzito che resiste intatto dopo un attacco di squalo è fuori dalla realtà. Vuoi mettere, se per amor di realismo eh, lei avesse recitato tutto il tempo in topless?
Ah, questi squali morti di fica, che squalore.

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