giovedì 14 maggio 2015

She'll be back!

Maggie
Trama: Little Mort Sushine

Zombi. ZombiZombi. E se lo scrivessi altre cento volte potrei mettere altri cento link, e sarebbero tutti link a post diversi, e sarebbero tutti post degli ultimi cinque anni. Precisamente da quando quella serie TV che non ci piace (tratta da quel fumetto che invece ci piace tantissimo) è divantata un fenomeno da 30 milioni di spettatori.
Lo zombi vende, svende e regala. Zombie is the new vampire, ed è destinato a durare, perché nonostante ormai ci siano in giro un sacco di cazzate, la figura dello zombi si è talmente radicata nell'immaginario che non se ne andrà più.
Vale la pena ricordare che la Guida per sopravvivere agli zombi io ve la regalavo già anni prima di questa epidemia, tanto per far vedere che non mi ha colto impreparato.
Ultimo (ma ormai ne esce uno a settimana) ad essere stato colpito dal virus zombi è il grande Arnie.
Riassumendo Arnie: mille vite, molto meglio di Sly, culturista/attore/politico e poi fai la giravolta falla un'altra volta grande ritorno come attore per la nostra felicità con film mediamente decenti tipo questo e questo, ma facendolo riassumere da lui medesimo:

Maggie è un film zombi di quelli un po' autoriali, di quelli che non ci racconta di braccia strappate, di orde fameliche, di ammazzazombi armati di katana, piuttosto sceglie l'approccio intimo (e a dire il vero a tratti anche un po' rompicoglioni) di un virus che si fa strada in maniera un po' diversa dal solito: te lo prendi e invece di trasformarti in poche ore ti ci vogliono settimane, quindi passi un sacco di tempo a vedere il tuo corpo marcire piano piano, a capire che stai morendo, insomma molto vicino ad una malattia terminale, che già è straziante, ma peggio alla fine non morirai, diventerai un non-morto.
La lentezza di questa virulenza ha permesso - nel film - alla società di non essere colta impreparata, quindi nessuna apocalisse, ma dei centri di raccolta malati che diventano dei veri e propri lazaretti.
Arnie è il padre di Maggie, e Maggie è malata. Abitano in campagna. Il film è tutto delavè, quasi fosse passato tutto sotto il filtro Instagram che piace alle ragazze romantiche (non quelle rock che invece mettono tutti i colori supersaturi), e il passo è decisamente lento: si parla, poi si passeggia un po' tra i fiori, poi ci si taglia un dito andato in cancrena, poi si fa un falò sulla spiaggia al ralenti. Insomma più The Road che 28 giorni dopo.
A quel punto Arnie decide di vivere gli ultimi giorni di vita della figlia prendendosi il rischio e sapendo che sarà suo ingrato compito evitare di farla finire in quarantena.
L'ultimo padre che si comportò così non ci fece una bella figura.
Non piacerà ai cultori dello zombie-movie movimentato, quello con le budella di fuori e le mani con le unghie spaccate che si infilano tra le porte semichiuse, ma c'è del buono; diciamo che il Chicken è un pochino un regalo alla decisione di Arnie di non partecipare all'ennesimo zombie movie di quel tipo, questa seconda parte di carriera di Arnie è da lodare.
Certo ora ci aspetta questo:

e chi lo sa che la figura dello zombi non la faccia lui.
Maggie è interpretata da Little Miss Sunshine, che purtroppo è una mezza cagna, ma quando alla fine appare tutta zombata un po' di impressione la fa.
Intato dallo zombiverso (che tradotto per i produttori è il soldoverso) arriva questo

SpinOff di Walking Dead. Questa cosa degli spin off sta prendendo piede. Che si possa sperare in un Sally? O magari proprio un Maggie? Versione zombie come i toys che hanno fatto veramente:


Io intanto continuo a sognare un film tratto da questa illustrazione qui:
Cover di Josh Cocran del libro che tenta di dare una risposta a una delle grandi domande dell'umanità: sono meglio gli zombi o gli unicorni?

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