martedì 12 febbraio 2013

LOVE UIK ♡ Sapore di male

Continua la settimana SanValentinosa cioccolatosa sbaciucchiosa e tenete pronte le fialette di insulina che manco Willy Wonka ha mai osato tanta dolcezza tutta insieme. Oggi facciamo due passi (!) nella patria dell'amore per antonomasia: la Francia. Che quando vai in Francia si amano tutti! Se. Adavede. Infatti anche nella Francia ci sono le storie teribbili... ah no scusa non è abbastanza charmant... le terrible histoire di persone comuni proprio come tutti noi. Tipo quella raccontata nello struggente...
Un sapore di ruggine e ossa
Trama: Vita, orche e miracoli

Per la prima volta, ed è la PRIMA volta, mi sento di aver amato Mariona Cotillon alla follia. La nostra "prima volta" Marion, sei emozionata? Io no. Proprio tu che sei sempre così franciosa e chic, tu che hai scalzato nell'immaginario collettivo la povera Audrey (no, no quella, te piacerebbe) "Ameliè" Tatououù, tu che in Batman non c'entravi proprio un cazzo e infatti internet ti ha preso in giro i mesi, sì insomma tu, vu, ouì, popò tù, Marillon. Io ti ho amata in questo film, anche se eri senza gambe (sarà la sindrome Boxing Helena?).
Dal regista di un film come Il Profeta (qui la recensione, che a rileggerla, almeno questa volta, rispecchia alla perfezione i miei ricordi su quel film) ci si poteva aspettare di certo qualcosa di denso, profondo, non certo un melenso melò (un melensò, quindi) di francesi innamorati, no perché, come abbiamo visto agli award c'è Francese Innamorato e Francese Innamorato.
Qui, parblé, c'è tutta un'altra categoria, lontana (per fortuna) dagli imbecilli del primo, e lontana (ugualmente profonda però) dai tragici del secondo: qui ci sono i cuori veri, quelli che hanno intorno un tale strato di "vita" (Vita: s.f. - materia multiforme che ricopre corpi, menti, tempi, muscoli, sensazioni, idee e non li lascia più andare via. Utilizzo: "Vita, se la conosci, la eviti") che diventa difficile, impossibile, uno sforzo immane, poterli aprire, farci entrare qualcuno, anche solo pensare di farlo.
Ecco, la Vita è quella cosa che tu già sei un po' "persa" di tuo, magari sei un'ammaestratrice di grandi animali marini e quelli, che fino ad un secondo prima sembravano dolci cucciolotti nelle tue mani, ti saltano addosso e tu ti risvegli senza gambe in ospedale.

Ecco, la Vita è quella cosa che tu già sei uno "perso" di tuo, uno che è già una fortuna che on stai in carcere o sotto tre metri di terra, e per sbarcare il lunario (che poi, che ti sbarchi se hai solo lune storte) fai combattimenti illegali e l'unico sfogo lo trovi nello spaccare denti. (A proposito, segnatevi questa: il 2013 è l'anno della bellezza slava, curda, rumena, est europea.
Ecco, la Vita è quella cosa che fa incontrare queste due anime allo sbando e le fa avvicinare, anche se usare la parola innamorare sarebbe davvero un azzardo. E qui risiede la bellezza del film.
Non è mai "amore" quello che viene raccontato nel film, ma non è mai neanche solo disperazione. Tra i due protagonisti si crea un rapporto di mutuo bisogno che non sfocia mai nel patetico. Lui aiuta lei ad entrare in acqua per la prima volta dopo l'incidente, ma lo fa più che altro perché sarebbe troppo lunga farla trascinare sulla spiaggia fino al bagnasciuga. Lei aiuta lui a capire che i pugni possono essere dati senza dover per forza sentirsi sporchi, che ci sono ring, ci sono cinture, ci sono braccia alzate in segno di vittoria, ci sono occhi di figli che ti guardano fieri. Per entrambi un'altra Vita è possibile, se non una vita felice, almeno una Vita.
I due protagonisti sono quanto di più umano potesse essere scritto (e recitato) in un film che racconta una storia del genere. Mi corrono i brividi lungo la schiena a pensare ad una storia uguale raccontata al di qua delle Alpi. Saprei benissimo anche che attori avrebbero scelto, loroBrrr.
E quindi, un Ciebbì che continua a glorificare i film franciosi? Ma come? Ma dove sono finite le bel recension de na volt? (Non vi preoccupate che arrivano, ho visto Qualcosa nell'aria e quel qualcosa era gas soporifero).
Ma, proprio come dicono i franciosi, quanno ce vò ce vò: Un sapore di ruggine e ossa è uno splendido splendido film, uno di quelli che sarebbe entrato nella decina dei migliori dello scorso anno, un film che deve essere visto, con una Marià Carillon splendida, struggente, fiera e intensissima (e a tratti, se non fosse da malati, sexy anche se monca), un finale da cuore stritolato ma con un rigore e una forza vitale che non ti fa mai sentire davvero "male", non è mai una lacrima strappata a tavolino, è sempre un'emozione pura, cristallina.
La scena del ghiaccio è.
E dopo il tenente Dunn, ecco che la tecnologia toglie gambe come fossero stecchini di bambù. Rimane incomprensibile come il verde sia trasparente. Co' sti computer ormai ci fai proprio di tutto eh...

Io invece sai a chi vorrei strappare le braccia ma senza l'aiuto della tecnologia, al grafico che ha messo quella font alla locandina nostrana:
Ma che davero? Malimortè!
• • •
Ed ecco una bella canzone franciosa, in onore di un film che non ho visto e che a questo punto mi sa che è pure arrivata l'uàr:

3 commenti:

  1. sì, quel font è proprio mammamea.
    (io lo devo ancora vedere, uffi!)

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  2. p.s. devi vedere la vie en rose, marion è super in quel film.

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  3. Questo non lo posso stroncare, perché non è un film dell'ammore, è un film BELLISSIMO.
    B E L L I S S I M O.

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