giovedì 30 marzo 2017

CB ANTEPRIMA • Ghost in the shell

Ghost in the Shell
Trama: Crost in the Shell

Ci sono due ordini di problemi che affliggono Ghost in the Shell.
Il primo è il saccheggio perpretato ai suoi danni da centinaia di sceneggiatori, registi, costumisti, scenografi, tutti quanti hanno fatto qualcosa di fantascienza, nel corso degli ultimi vent'anni.
Il fumetto originale è del 1989, il film del 1995 (tutte cose che ho imparato ascoltando le PRECENSIONI di ieri, altrimenti che ne sapevo io) e da quel momento ogni opera di fantascienza che è uscita ha dentro di sé un pezzetto di GitS.
Il confronto più scandaloso è questo:

Che veramente capisco adesso perché I Wachosky sono diventate LE Whachosky, di certo è successo perché dovevano nascondersi dagli avvocati giapponesi che li staranno ancora cercando per ammazzarli malissimo per il plagio scandaloso (gli avvocati giapponesi non sono tipi teneri...)
Ma, oltre a Matrix, vedi questo film e ti vengono in mente Blade Runner (ok ok so che esiste la sci-fi anni 50), Strange Days, Il Tagliaerbe, Johnny Mnemonic, A. I., Robocop, Tetsuo (anche se questo non vale perché è giappo e contemporaneo al fumetto), The Cell, Minority Report, Wall-E, Automata, Ex_Machina, Io Robot, Il quinto elemento, Eva e ovviamente tutti i film copiati a Matrix che adesso scopri essere copione pure lui, addirittura ti viene in mente tantissimo Nirvana di Salvatore Salvatores!

E in generale ogni cosa che abbia al suo interno tutta quella roba di microchip emozionali, telematiche neurali, connessioni sensoriali, che pare di stare in una canzone dei Subsonica che già ci avevano rotto i coglioni nel 1999 pensa nel 2017.
Ecco, il problema maggiore che affligge il film è la sua banalità, fa male dirlo, ma OGNI cosa è STRAVISTA.
LO SO che è tratto da un'opera che quelle cose LE HA INVENTATE o perlomeno fatte tra i primi, insomma ha trasportato la nicchia cyberpunk al grande pubblico, ma come la mettiamo quando vedi queste cose e niente ti sembra nuovo?

Visto.

Visto.

Vistissimo.

Stravisto.

VIsto pure se è invisibile.

Eh visto visto.
Ecco forse queste non le avevo ancora viste.
Non tutte le cose del film sono brutte in sé, infatti il design generale è quantomeno godibile (non ho detto nuovo, ho detto godibile) e anche la megalopoli bladerunneriana piena di ologrammi gargantueschi (non capita spesso di poter usare etc etc), con la solita pioggia, folla di passanti e/o robot e/o gente amplificata roboticamente, grattacieli e lucine, ha quel certo non so che di colorato che non te la fa odiare anche se è PALESEMENTE uguale a mille altre

Ma questo film arriva davvero troppo troppo tardi e non è nuovo mai. Ovviamente il problema non è l'essere nuovi o meno. Tutto non si crea e tutto non si distrugge, niente è nuovo e ormai lo sappiamo.
Il problema è che c'è l'altro problema del film. 
Ghost in the Shell fa abbastanza schifo di suo.
La cosa peggiore è la superficialità con cui viene trattato il tema base: l'anima nella macchina. Il fondamento stesso del cyberpunk. Una cosa che - questo sì che è un tema attuale, che stiamo sempre a dire che siamo diventati la tecnologia e non il contrario, che se inventano un telefonino neurale ce lo impiantiamo subito tutti direttamente nel cervello, che le puntate di Black Mirror ci fanno scrivere BOMBA su Facebook, che le protesi per chi perde gli arti sono ormai cibernetiche (per fortuna eh!) e che ogni tre giorni escono gli articoli tipo "Tra dieci anni tutti i tassinari saranno tutti così:

In GitS di tutto l'aspetto filosofico profondo del cyberpunk non v'è traccia, forse proprio velata velata velata, di una superficialità didascalica che stride col tema. Cyberpunk for dummies.
Qui c'è solo Scarlett che ogni tanto ha dei glitch di una vita passata (cazzo a questa le hanno preso il cervello e l'hanno messo in un robot. Dimmi se non è una cosa che ti fa andare fuori di testa...) e quando la vedi che si sconvolge quando ha queste visioni di roba che si fa in mille pixel, ti rendo conto che Glitch di Ralph Spaccattutto

era Motoko da piccola, già quei capelli aveva.
È confusionario nella gestione del tempo e piatto in quello della storia, non è mai epico (MAI!), tantomeno cool (MAI! Almeno Matrix era la fiera del coolness), roboante di spari ed esplosioni ma noiosissimo, incasinato e banale insieme: "ehy adesso andiamo a prendere il cattivo. [scena di loro che vanno a prendere il cattivo]. E poi 'sto cattivo ha la motivazione per essere cattivo UGUALI a mille altri cattivi visti millecento volte (tanto che ti immagini il gruppo di recupero di cattivi con quella motivazione che si incontrano ogni settimana per parlare dei loro problemi sempre come Ralph Spaccatutto)
E Scarlett è soffocata non solo dalla tutina ma da una CGI che fagocita ogni tentativo di realtà.

È praticamente un film d'animazione con le teste in carne e ossa, e spesso si vede il filtro Photoshop "monta la testa".
Proprio come quando giochi col pongo e unisci tutti i colori e impasti impasti impasti e all'inizio è tutto un bell'arcobaleno di palletta colorata tu impasti impasti impasti e viene fuori un mappazzone grigio topo. Tutti gli effetti e le esplosioni e i colori di GitS si impastano e diventa questo:

E infatti a un certo punto ho perso conoscenza e ho chiuso gli occhi e ho sognato. Purtroppo non Scarlett senza tutina ma Scarlett in versione This Is England. Non so perché ma l'hanno acconciata che sembra proprio uscita da un pub skinhead della periferia londinese male del 1994

Facciamo un esperimento sinaptico neurale: fissate queste gif

Skins GIF - Find & Share on GIPHY

con questa canzone in sottofondo:
La voglia di vedere l'anime originale me l'ha messa, GitS, nel frattempo però l'anime de li mejo mortacci loro che continuano a fare film cannibalizzando i giappi fichi (ricorderete il benemerito Kon e la questione Inception/Paprika). 
Beat Takeshi Kitano - che c'è ed è l'unico a farci un figurone, peraltro parla solo giappo e secondo me l'ha imposto alla produzione altrimenti gli mandava gli avvocati, quelli delle Wachowsky - pensaci tu. Vecchio Beat Logan.

Adesso stringiamoci tutti insieme in un abbraccio virtuale e preghiamo che il progetto AKIRA Il Film Hollywoodiano, già naufragato settemila volta, non arrivi mai a destinazione. No sembra che lo fanno davvero questa volta è definitivo. Ma per fortuna si avvicina il 2020

Io mi proteggerò dalle radazioni col ventaglietto gadgettoso che ci hanno dato all'anteprima

(Maschera non compresa nel gadget. Può avere tracce di noci, arachidi e cyborg col guscio.)
Certo se ci davano questo ero più contento:

mercoledì 29 marzo 2017

LE PRECENSIONI • Episodio#5


BENVENUTI ALLA QUINTA PUNTATA!
Aspetta ma questo vuol dire davvero che io e Alabama ci siamo visti una volta a settimana per UN MESE? Non era mai successo in 10 anni di grande amicizia. Ci sentiamo già i John & Paul della recensione cinematografica. I Thelma & Louise, i Rocky & Bullwinkle, i Gianni & Pinotto... ok la smetto.
Passo subito alla quinta puntata delle PRECENSIONI! L'unico podcast che commenta tutti i film (quasi) senza averli visti! Spingete PLAY senza paura perché tanto gli irlandesi verranno a menare noi SI SENTE BENE! Finalmente abbiamo capito come accendere i microfoni, ecco cos'era quella scritta ON, la leggevamo al contrario e non facevamo nulla "NO"... no no e chi si muove...
BUON ASCOLTO!
La bellissima cover è di OSVALDO CASANOVA! Ecco il suo sito ancor più bello.
In questa puntata i film in uscita il 30 Marzo (con un'eccezione tartarugosa):

martedì 28 marzo 2017

SIAMO SERIAL • Dory alla ricerca di

Search Party
Trama: Misteriosa sparizione a Brooklyn

Vi ricordate quel post sulle serie TV che da qualcuno è stato definito "il tuo sdolcinato piagnucolarti addosso" di ieri? Scordatevelo. Sono molto cambiato ora, è passato tanto tempo, era un periodo un po' così, ma le cose passano per fortuna! Fiu.
Ma se c'è una cosa che non passa è la mia sfiducia verso le serie TV. 
Ho fatto un rapido calcolo delle serie che ho abbandonato senza l'ombra di un ripensamento o pentimento (Narcos, le serie Marvel su Netflix, Walking Dead, le altre me le sono persino scordate...) e non ce n'è una che mi manca. E anche l'attesa per quelle che stanno arrivando:

è ai minimi.
Non ho neanche visto Shameless 7, me lo riservo per quel momento in cui ricomincerò a piagnucolare cose come "cazzo era pure roba mia vedi un po' se adesso non lo vedo perché mannaggialamadò".
La reazione a questo disinteresse per le serie TV è una certa apertura mentale ai consigli più bislacchi. SORPRESA!
Come sapete io sono uno di quelli che quando mi consigliano una serie, di solito con "MITO!", "NO NON SAI È TOTALE!" "BOMBA ASSOLUTA NUCLEARE!" è proprio la volta che non me la vedo mai. So che siete così anche voi.
Ma se c'è una cosa che mi piace di più rispetto a NON seguire i consigli (cinematografici, musicali, serietvosi... per non parlare di quelli di vita) è... seguirli.
Soprattutto quando vengono da una persona che ha sul muro di casa questa roba qui:

Esatto. Esiste qualcuno che davvero HA COMPRATO tutti i poster sullo SHOP e li ha APPESI. 
Quindi quando mi ha consigliato Search Party, serie tv che è passata del tutto inosservata dai radar degli uberentusiasti di Netflix sempre sul pezzo nel consigliarti questa o quella serie, io ho accettato il consiglio di buon grado perché ho avuto paura che mi rapisse  e murasse vivo dentro quel muro perché ha beccato proprio quel momento in cui ho deciso che mi vedrò solo serie "che si fanno onestamente guardare", piuttosto che "mi ha cambiato la vita foreve end eve" (come Sneaky Pete per capirci).
Search Party è una piccola serie che mischia la comedy e il thriller, è una thrilledy.
La protagonista è lei:
che da qualche parte ho visto ma non ricordo bene dove, ma proprio per il suo certo anonimato - e le sue centomille efelidi - è stata spostata al volo dalla cartellina mentale 
a quella
Lei fa la ragazza normalissima in un New York normalissima (giusto un po' hipster ma che devi fa, se mi racconti della gente di Brooklyn e non della city è inevitabile) a cui succede una cosa strana.
Passando accanto a un palo Dory nota un cartello MISSING con la foto di un'ex compagna di college. A quel punto Dory coinvolge gli amici in una divertente e misteriosa investigazione. Le dosi di commedia e di thriller sono miscelate benissimo. 


È divertente e intelligente, e mette la perfetta quantità di mistero che ti fa venire voglia di arrivare fino alla fine; il gruppo investigativo è strampalatissimo, c'è il gay egocentrico, egaycentrico quindi, l'amica attricetta di mezza tacca

il fidanzato passivo-aggressivo a tutta una serie di comprimari mezzi scemi ma lo stesso inquietanti.
La serie fila liscia tranquillissima e ti fa persino sopportare una deriva un po' Mumble-coso, e riesce a descrivere benissimo la vita normale di un gruppetto di amici newyorkesi (sì, checché ne pensiamo noi ci sta gente che fa vite normalissime anzi pure un po' banali anche a New York) che pur di fare qualcosa di diverso si inventa Detective Club (che citazione dotta.)
L'omaggio neanche troppo velato è quello a Misterioso omicidio a Manhattan, in cui una coppia praticamente si reinventa Sherlock e Watson su un delitto che si sono praticamente inventati.
Come Woody e Diane in quel capolavoro, il gruppetto di novelli investigatori di Search Party decide talmente tanto che c'è un gigantesco mistero dietro la sparizione dell'amica che questo mistero alla fine...
Be', non ve lo dico alla fine cosa, ma ve la consiglio proprio perché non è ""MITO!" "NO NON SAI È TOTALE!" "BOMBA ASSOLUTA NUCLEARE!", è semplicemente molto carina, divertita, misteriosetta, perfetta per non stare sempre a dire che le serie TV sono il nuovo cinema perché, care amiche, cari amici, NON È VERO MAI.
Colonna sonora bellona che parte con questa nell'opening

e poi si dipana elettronica così

lunedì 27 marzo 2017

SIAMO SERIAL • LOVE sodo

Sono uscite 2 nuove stagioni di 2 serie dell'amore, quello quotidiano e quello con le cose assurde grottesche di ridere. Il fatto che io mi sia immedesimato più in quello assurdo grottesco di ridere la dice lunga sul momento attuale.
L'amore al tempo del 2017:
Come sapete bene, qui da queste parti l'amore e la fantascienza sono la stessa identica cosa. Ma più vado avanti, più inanello esperienze in quel frangente (l'amore, non la fantascienza) e più mi convinco di essermi sempre sbagliato. Non sono l'amore e la fantascienza a essere la stessa cosa, sono l'amore e proprio tutte le cose che vi vengono in mente che NON ESISTONO a esserlo. La fantascienza in confronto è il verismo di Verga, cazzo.
L'abominevole uomo delle nevi? Visto visto, c'ho le foto dove fa la V coi ditoni.
Atlantide? Ci sono stato, era un po' triste molto grande.
Gli unicorni? Eeeh, ci stanno interi maneggi sulla Cassia Bis. Molto spesso vengono investiti dai camion perché escono dai recinti. Un casino pulire tutto quel sangue argentato.
La fatina dei denti? Si è dilapidata un patrimonio a furia di premolari.
Insomma 'st'amore, l'unica cosa che riesce a ispirare più film e serie tv e canzoni di quell'altra cosa che non esiste ma che tutti vorremmo esistesse, i supereroi.
La prima delle 2 serie è:
Man Seeking Woman - Stagione 3
Trama: Josh three

Una prima stagione esaltante, zeppa di idee pazzesche e spassose come non se ne vedevano dai tempi pazzi di certi sketch su MTV. Poi una seconda serie molto più scialba
E ora la terza stagione, che segna la totale debacl.. deblack... debàkle... insomma la rovina della serie.
Il giovane Josh, dopo che l'abbiamo visto affrontare indicibili peripezie per amore delle sue belle, peripezie che andavano dal uscire con una troll, litigare con la propria mano delle pippette, rosicare di Hitler che gli aveva rubato la ragazza, vedersela con alieni fatti di peni, letteralmente
ha finalmente trovato l'amore. Chiamalo stronzo, è questa qui
Una ragazza che finalmente lo accetta per quello che è (uno sfigato) e con cui può fare bing watching selvaggio fino a farsi cavare gli occhi da Netflix (che ormai è il requisito fondamentale per stare insieme, più di scopare bene).
Dal momento in cui la coppia diventa coppia però, non scordiamocelo mai, funziona per noi come per loro nei film e telefilm, subentrano le DINAMICHE, che sono di fatto la dleba... debbal... la distruzione di ogni coppia
Se io faccio così lui penserà - se lei fa così allora vuol dire - non faccio questo perché poi lei - faccio così almeno poi lui - le telefono o no le telefono o no io non cedo per primo e via dicendo all'infinito e poi muori, o di noia, o di rabbia, o ti cade un vaso in testa che sfiga.
Il fatto che il fidanzamento serio di Josh e i preparativi per il matrimonio possano anche sembrare la naturale evoluzione della storia (raddoppi i personaggi per il doppio delle gag e soprattutto con le cose che succedono a una coppia hai materiale tutto nuovo che, raccontando solo la vita da single, già si era esaurito alla seconda serie) non deve distrarre da quanto povera di idee sia questa terza stagione. 
Non mancano le cose assurde, certo, ma si ripetono tutte con lo stesso ormai stanco canovaccio: Josh deve affrontare l'incontro coi suoceri, la delusione dell'amico che si sente tradito, la nuova ragazza che sovverte le sue abitudini, gli ex della sua nuova fidanzata e, come da stile della serie, ognuna di queste cose si trasforma in un'occasione per raccontare quel momento in maniera assurda.
Cambiare l'arredamento di casa? Ecco che i due si trasformano in Jesse e Walter che sciolgono nell'acido i fumetti di Josh
i coinquilini di lei non vogliono Josh tra i piedi? Mettono una frontiera come fosse il confine USA-Messico e Josh può solo scavare un tunnel fino alla stanza dell'amata. 
Josh deve scegliere il testimone di nozze? Parte premiazione tipo Oscar coi candidati. 
Tutto così, e ok. Ma dieci puntate fatte solo di questo, ripetitivo.
Si vede proprio che non avevano tanti soldi. Effetti speciali ai minimi (nella prima stagione era pieno) e solo una trita ripetizione del meccanismo "normalità-assurdità" e soprattutto una stanchezza di scrittura imperante, come si dice, si sono seduti sugli allori.
Si ride molto meno, molto molto meno. Anche per la quasi assenza di Eric Andrè e della sorella di Josh, a favore di un'onnipresenza dei genitori, molto meno spassosi.
Dovrebbero chiuderla qui.
UPDATE DI UN MESE DOPO* L'hanno chiusa qui. Man Seeking Woman è finita. Bene.
RImane ipercarina (ma che aggettivi scrivo) la sigla iniziale, che cambia un po' ad ogni stagione e si arricchisce di grafiche animate dedicate a diversi elementi
E le locandine:
L'altra serie dell'amore, come si può intuire anche dal titolo, si chiama:
LOVE - Stagione 2
Trama: LOVEst

Vi ricordate quanto mi era piaciuta la prima stagione? MA TANTO. Tanto tanto tanto. Tanto che non ci credevo neanche io. Era bello vederla e riconoscersi in Gus e Mickey che anche se non facevano nulla di speciale lo erano proprio perché non lo erano (eccerto facile esse speciali quando sei un principe o una principessa o un eroe o un'eroina, o l'eroina) ma ci si sentivano.
E ora sono tornati. Gus e Mickey (e Judd Apatow, colui che ha reso l'amore una merce più a portata di maschio) e ritrovandoli, sempre pazza e irresistibile lei, sempre pedante e inspiegabilmente affascinante lui, mi auguravo di trovare le stesse sensazioni, quel misto friccicarello di divertimento e novità che mi mancava da tanto. nel guardare le serie.
Invece niente, in queste dieci puntate c'è un'idea di quello che erano Mickey e Gus nella prima stagione, un neanche troppo velato annacquamento del tutto.
Sono io che non sono più stupito dal loro andamento così quotidiano? 
Mi hanno già stancato? 
Hanno perso il loro fascino ai miei occhi? 
Può essere, deve essere così, in un anno succedono tante cose, e una serie che l'anno prima ti era piaciuta tanto forse l'anno dopo non è più fatta per te, che sei diverso. 
Oppure, molto più banalmente, era quello che ti stava intorno ad averti dato una spinta emotiva verso quella serie, che ora, cambia tutto e tutto cambia, ti appare meno interessante.
Ecco. Sentire che una cosa è fatta per te. Ma io sono italiano, vivo a Roma, ho 38 anni, che c'entro io con due tizi di Los Angeles, che peraltro sono pure finti, perché sono personaggi di un serial ben scritto?
E allora seguite questo fine ragionamento dei miei: se questa serie piace a me, e piace a un 20enne finlandese che per vivere intreccia cappelli di renna, e piace a una cinquantenne messicana che fa la cardiologa, e piace a un giornalista cinese, a un cuoco indonesiano o un edicolante irlandese, e tutti ci sentiamo chiamati in causa, e magari ci riconosciamo in Gus quando giudica con fare passivo-aggressivo Mickey con quel senso di superiorità che gli esce da chissà dove, o con Mickey quando proprio non riesce a non ferire Gus trattandolo male, negando quello che prova per lui, imponendosi di fare qualcosa che faccia scoppiare la bomba, perché sono fatti così, perché siamo fatti così, siamo proprio fatti così, tutti dannatamente uguali, tanto da immedesimarci nelle storie, nelle dinamiche, nell'amore, allora, tutto questa diversità che si immedesima nella stessa cosa, non fa che annullarmi quella potenza? Se parla a tutti, non è come stesse parlando a nessuno? Se tutti si immedesimano, non è che allora è di una sconvolgente banalità?
Frantumando in migliaia di pezzettini (tanti quante sono le persone che si sentono chiamate in causa da "una serie che parla di una coppia e delle sue paturnie") il suo potere comunicativo, a me quanto ne arriva? Non ne arriva una parte infinitesimale, che anzi, invece di farmi sentire unico, mi fa sprofondare in un gorgoglio di piatta eguaglianza (sono uguale a tutti gli altri. Al cazzo che sono speciale.) che mi fa anche un po' storcere il naso, no?
ATTENZIONE: tutto questo vale anche per le canzoni che ci fanno strappare il cuore perché "cazzo sta parlando di me. di lei. di noi. di me senza lei. di lei senza me? chissà."
Certo. Tutto questo ragionamento è solo una grande pippa (che manco porta al godimento finale, passa direttamente alla tristezza postorgasmica che viene dopo la masturbazione.), perché la risposta più facile sarebbe "elamadonna e fattela 'na pippa risata ognitanto eh", ma se sostituisci la parola Serie con la parola Amore, non è uguale? 
Se l'amore è speciale, ma poi finisce, passa, ritorna, rifinisce, ripassa, ritorna... che roba speciale è? E se una serie parla a tutti ma proprio tutti anche a quello diversissimo da te, non è che magari è solo una furberia scritta ad arte, per nulla speciale.
E se non è speciale, non esiste. 
LOVE esiste, ed è piacevole da guardare. 
Forse con l'amore bisognerebbe avere un approccio Houdini. (Lo sapete che AMO Houdini. È l'unico che amo.)
Houdini ha passato metà della sua vita a scappare dalle catene. L'altra metà a smascherare falsi medium. Tutti lo osannavano come un realista convinto talmente fermo della sua sfiducia per il soprannaturale da iniziare la sua crociata contro i falsi spiritisti che promettevano di poter parlare coi morti. Houdini aveva solo una cosa in testa, ogni volta che conosceva un nuovo spiritista: che quello fosse vero. Fosse quello giusto. Fosse colui che l'avrebbe messo in contatto con la madre morta.
Non credere in qualcosa, smascherare chi te lo vende come reale e segretamente, in cuor tuo, sperare di incontrare chi ti dimostri che esiste. In questo consiste l'approccio Houdini all'amore.
Per ora io ho incontrato molte Sorelle Fox.
E allora diciamolo, che pur se pensiamo a quella persona OGNI FOTTUTISSIMO GIORNO che diaccio manda in Terra  (Sì tu. Aspe', ma intendo tu o no?) poi dobbiamo solo stare fermi. Perché se una cosa è passata, è passata. 
Come la freschezza di LOVE, che è passata. Non è ancora diventato un brutto serial, ma non è più come prima.
Come la mia passione per le serie TV, che è passata. 
Cose che non torneranno mai più.
Mai. 
Tipo una macchina di Uber* che se n'è già andata. 
*Uber ha palesemente pagato tutta la serie, la nominano in OGNI puntata, fino a farlo diventare il vero terzo incomodo tra Mickey e Gus.