giovedì 29 ottobre 2015

CHICKENBROCCOLI a LUCCA COMICS & GAMES 2015

Ragazzuoli, alla fine è successo: ChickenBroccoli sarà a Lucca Comics & Games 2015! Ma non in giro a importunare le cosplayer tipo lei (almeno non solo):
Cosplay crossovers. .
Sarò lì vendere! MILLE KILIM! SVUOTO TUTTO PER RINNOVO LOCALI! È FANTASTICO AMICHE!!!
Dividerò lo stand - stando stretti stretti come fossimo tutti nudi in un igloo - con la prode Il Pistrice e le sue stupende produzioni SQUAMosE!
Roba poppissima, cinematografica, musicale e sensuale! Poster! Magazine! Illustrazioni! Ma che volete di più! (Lo so che dicono tutti così, ma davvero ci sarà da perdere la testa e un patrimonio quest'anno alla Self Area...).
Io personalmente, oltre al mag e i poster, lancerò - da domani, venerdì - la grande novità di questa edizione, la cosa che creerà più file di quelle di Zerocalcare e curerà tutti dallo stress! 
Ecco a voi FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE
Un bellissimo albetto con 8 film disegnati da ALE GIORGINI tutti da ri-colorare! Da Pulp Fiction a Scuola di Mostri, da Nightmare Before Christmas al serial tv più bello di sempre: Breaking Bad. Per ogni film da colorare la mia recensione! La cosa bella è che insieme all'albetto ci sono pure le matite!
Al momento in effetti sono ancora a Roma - arrivo stasera - ma già trovate il ChickenBroccoli Magazine in vendita, esattamente qui: SELF AREA - S. Romano - SA 12
Non si scappa! Vi aspetto a LUCCA! Sono quello alla fine della fila di 200.000 cosplayer bone persone. 

mercoledì 28 ottobre 2015

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 6


E chiudiamo questa settimana di scorpacciata cinematografica e illustrata con un film che attendevo tantissimo, lo attendevo doppiamente perché amo Tom Hardy e pensare di avere DUE Tom Hardy era un pensiero bellissimo.
Legend
Trama: Tom Tom

Il film è un gangster movie che racconta le gesta criminali dei gemelli Krey, che comandarono la malavita londinese nei 50 e 60, questi due tipetti raccomandabili qui:
Che diventano, entrambi, Tom Hardy:
Capito che bello (in apparenza)? Non uno (che già riempie lo schermo benissimo da solo) ma DUE Tom Hardy, infatti lui recita entrambi i gemelli, con quella pratica registica dello stesso attore che noi pensiamo essere stata inaugurata in The Social Network ma che in realtà è © Renato Pozzetto:

A parte Renato & Renato ce ne sono mille di film con gemelli/fratelli/sosia, alcuni risalgono agli anni 30. Vedi anche questa illustrazione di Mr.Whaite, anche se non è proprio aggiornata
Lo scorso anno è stato anche tema di Awards, con mille film sul doppio
La psicologia dei due è spicciola: criminali cattivissimi entrambi, solo che uno è ligio all'attività, l'altro un pazzo totale. Tom è capace a fare quello bravo quasi dolce, ma è in totale overacting quando fa il matto, con il labbro inferiore perennemente abbassato, scatti da pazzo, e secondo me si è messo anche un po' di ovatta in bocca alla maniera del Padrino
Peraltro oltre ad essere omozigota è anche omosessuale, il che dà il via a scene anche un po' fuori contesto.
Bello è bello, sempre, e sentirlo strascicare l'accento nella sua Londra (piuttosto che in un bassifondo americano che gli si addice molto meno) rimane piacevole, ma il film che gli sta intorno è troppo debole, risaputo, scialbo.
Il film di criminali - lo sappiamo - hanno sempre un po' le stesse dinamiche: ascese, cadute, vendette, amori famigliari per madri e mogli che mal si sposano con le spietatezze varie perpetrate sul "posto di lavoro". Non che la cosa ci dispiaccia (vale sempre la pena ricordare e rivedere Quei Bravi Ragazzi), ma devi saper cambiare un po' le carte in tavola, catturare la mia attenzione, non basta il trucchetto del doppio attore, che peraltro funziona molto male, così come qualche giorno settimana non bastà Gionni Deppe invecchiato.
Certo l'importante è che ci sia la scena dei contasoldi elettrico, o quella della sacca piena di bigliettoni svuotata
Se c'è una cosa che mi aspettavo da Legend, rispetto a un film con Renato Pozzetto, o Bud Spencer e Terence Hill 

o Dave presidente per un giorno, era un'interazione fluida tra i due, grazie a dei supereffetti speciali degli del 2015 e non del 1985. Invece per la maggior parte del tempo vediamo i due in scene separate, e quando stanno insieme è un costante campo e controcampo in cui vediamo Tom e il capoccione della sua controfigura (che sappiamo tutti chi è dopo questo accadimento tragicamente comico qui.)
E anche quando i due appaiono entrambi "di faccia" è sempre col trucchetto di tenerli distanti uno dall'altro nell'inquadratura, quindi basta che dividi la ripresa con After Effect e hai fatto. Ormai un trucco del genere lo fai anche con l'iPhone.
L'unica scena in cui i due, anzi lui e lui, interagiscono meglio, quella di lotta
è comunque troppo poco. Du' Tom is pegg' che uan.
Peccato perché Hardy - uno dei migliori in circolazione, per me meglio anche di Fassbender - quest'anno non ha imbroccato filmoni, questo e questo sono già dimenticati. Certo, aver fatto il miglior film dell'anno tiene il suo posticino nel cuore di tutti al calduccio.
Immagino che oltre alle sue doti attoriali comunque a voi interessi anche altro del bel Tom, almeno a una parte di voi (la parte con gusti per il bello, la stessa che infatti viene a leggere questo sito ogni giorno), quindi, come è uso consolidato, per mantenere la vostra attenzione alta ecco qualche foto di Tom con dei cani che so che vi piacciono questi tipi rudi ma dolci, rudolci:
Per i maschi c'è anche Emily Browling, purtroppo non doppia. Si sta un po' stranendo la ragazza, ma è sempre quel misto lolita-donna abbastanza irresistibile
Fine dei giochi! Fine dello specialone Festa del Cinema di Roma con quasi una settimana di ritardo! E Margherita peraltro riapparirà chissà quando (queste ragazze... ma quanto le si vuole bene lo stesso).
Ma andiamo avanti! Sorridiamo e salutiamo tutti come fossero ancora qui a leggere.
CIAO FESTA DEL CINEMA! Ci vediamo il prossimo anno!
CIAO LUCCA COMICS & GAMES con cosplayer di Tom Hardy! Ci vediamo domani! 
CIAO MARGHERITA! Ci vediamo stasera?

martedì 27 ottobre 2015

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 5


Siamo giunti alla penultima puntata dello specialone CB + Margherita (sì lo so, lo so, sono due giorni che è sparita non sto qui a dirvi perché, ma ritorna... si è persa nei corridoi dell'auditorium e... )della Festa del Cinema di Roma. Conclusioni su questa edizione? Prima di tutto che non ho avuto MAI problemi di fila, e non è perché con la fila ci so fare, ma proprio perché non ce n'era, di fila. Questo mi ha fatto pensare che la selezione di film non fosse poi così increbile, voglio dire, se guardi bene l'unico "filmone" in calendario (per "filmone" intendo film nazionalpopolare che potesse attirare anche persone lontanissime dal festival e non la solita orda di giornalisti web, o superespertoni) era The Walk. Pensare che gli scorsi anni abbiamo fatto file chilometriche per Hunger Games e Gone Girl (che manco entrai, peraltro... ma dimme te. Mo mi metto a protestare. Non protestai allora, mi ci metto adesso! MI CHIAMI IL DIRETTORE! Non è più quello di l'altr'anno? E chi è? Monda? Ah, Monda il mondano? Monda il giramondo? Gira il Monda gira nella sala senza fine con gli attori appena nati con gli attori già finiti. 
Secondo me ha fatto comunque un buon lavoro, certo il -33% di incassi non può essere visto come un buon lavoro, almeno una stronzata per ragazzine doveva metterla, il fatto èche i red carpet sono stati poco interessanti. Non c'era Julianne Moore. Che red carpet è?
Io comunque sono d'accordissimo nell'aver tolto - dallo scorso anno in effetti - il premio del miglior film, perché insomma, vincevano sempre film ridicoliQualcuno se ne ricorda anche uno solo? Giusto Juno ma non perché ha vinto Roma.
Ma chi avrebbe vinto quest'anno? Per la mia personale visione direi Room. Miglior attrice Brie Larson! Ritira il premio Brie Larson! Consegna il premio ChickenBroccoli nella sua room da letto! Ah no aspetta c'è un incredibile ex-equo! Altra miglior attrice  Astrid Berges-Frisbey (che io l'avevo già detto a inizio anno comunque, che era pure brava oltre che innegabilmente... così:
Consegna il premio ChickenBroccoli nella room di cui sopra.
Lei, insieme a Elio Germano (che culo certe volte fare l'attore...), è la protagonista di
Alaska
Trama: Germano e francese

Un film italiano con il gusto internazionale, non solo per gli attori e le ambientazioni (c'è un bel po' di quota francese, sia nel cast che nell'ambietazione), ma perché, contrariamente a qualche tutti i film itaGliani, SUCCEDONO COSE!
Anzi, in effetti, succedono anche TROPPE cose. A parte che mi dovete dire da quando il fatto che succedano cose, in un film, soprattutto itaGliano, è un male, ma capisco che certi accadimenti siano un tantinello esagerati.
Questa coppia di disperati - che si conosce e si innamora in un albergo francese, lui cameriere lei modella in erba - vive una vita che ne basterebbe la metà per considerarla piena. 
Carcere, botte, ricchezza, povertà, amicizia virile, truffe, criminalità, risse, sparatorie, litigi, incidenti, riabilitazioni, allontanamenti, riavvicinamenti. Gli anni passano di fronte allo spettatore, di scena in scena capiamo che ne sono passati (di giorni, mesi, anni) ma tra i due rimane una cosa e una soltanto: l'Amore. 
Il fillm è carico, lanciato a cento all'ora verso tante direzioni, e alcune in effetti si risolvono con un nulla di fatto (l'apparizione di Ciro di Gomorra è inutile, il finale che chiude un cerchio forse troppo assurdo) ma il gusto per l'esagerazione conclamato ti fa sopportare anche le volte che "se vabbè mo pure questo je deve succede a 'sti due!"
Non nasconde, il film, la sua visione esagitata del sentimento, fortissimo, che c'è per una vita intera tra i due. È un film tragico ma non melenso, il loro amore è rabbioso e potente, di quelli che ti fanno venire voglia di viverli anche a te, disperati e assoluti, che restano anche se tutto intorno c'è tabula rasa, e pi la vita li mette di fronte a tragedie e drammi, più il loro amore si rafforza, proprio perché è l'unica cosa bella e sincera che provano.
Poi Germano è bravo, la Frisbey anche, ti fa quasi scordare quanto è bella (quasi)
e le due ore e passa di film non si fanno mai sentire.
C'è della didascalia, ci sono dei personaggi bidimensionali, ci sono dinamiche un po' meccaniche, ma il film funziona, anche tenuto conto che tanto comunque l'amore non esiste, e ne è una riprova tutta la storia assurda del film.
Esci dalla sala e ti chiedi se è davvero così. Solo nella disperazione dell'anima può nascere il vero amore? L'amore è vero solo quando è l'unica salvezza? Bisogna esagerare il sentimento per non ammettere che la propria vita è una merda assoluta? 
Farsi domande, intanto mangiarsi una piadina però, che tra un film e l'altro non c'è mai il tempo di mangiare per bene (questa è la mia risposta a tutte le domande sull'amore vero).
Invece ho visto un film strano. Sperimentale che parla di un esperimento sperimentato negli sperimentali anni 60. Si intitola
Experimenter
Trama: Esperimento nell'errore

Che parla di questo esperimento qui:
Il soggetto viene invitato in una stanza. Conosce un altro tipo che viene chiuso in un'altra stanza e collegato ad un cavo elettrico. Gli viene ordinato, da un medico molto formale e impassibile, di fare una serie di domande al soggetto (quello elettrificato), in caso di risposta sbagliata, dovrà dargli una scossa elettrica. 
Nyff New York Film Festival animated GIF
Un interfono gli farà sentire la reazione del fulminato. Si comincia con una piccola scossa, più sono le risposte sbagliate, più la scossa sarà forte. Man mano che va avanti il test, il microfono farà sentire che il soggetto elettrificato griderà sempre più forte, fino a zittirsi completamente.
Tutti, nessuno escluso dei 700 candidati torturatori, ha smesso di elettrificare l'altro, anche quando quello non rispondeva più, poteva essere morto, e loro continuavano, e questo solo perché gli veniva ordinato in maniera perentoria.
Dall'esperimento al pensiero a tutti quei soldati nazisti che si difesero ai processi dicendo "eseguivo degli ordini" il passo è breve.
L'esperimento divenne famoso - almeno nella comunità psichiatrice - e questo film racconta la vita del suo inventore, peccato che sia una vita di una noia quasi mortale.
L'andamento del film non aiuta, un po' sospeso, un po' onirico (ad un certo punto in un corridoio dell'università arriva un elefante. Così, di punto in bianco.) e il fare algidissimo del protagonista (il bravo Sasgaard), non fanno mai appassionare davvero al niente di quello che vediamo.
Una cosa bella c'è, che però viene fatta troppo poco, e cioè far sperimentare allo spettatore i test di cui si parla, infatti certe volte la pellicola diventa in tutto e per tutto uno di quei video formativi con la grana d'altri tempi, e il dottore si rivolge direttamente allo spettatore, guardando in macchina (come, per dire, Kevin Spacey in House of Cards)
Experimenter Nyff animated GIF
Ma il regista (uno che ha lavorato anche con Lynch) non riesce mai a rendere interessante la trama, l'esperimento (tipo sì ok fai l'esperimento, e quindi? Tutti elettrificherebbero chiunque, tutti sono delle merde. E dov'è la novità?).
Nel film una rediviva (e ringiovanita? Avrà rubato in qualche supermercato delle creme potentissime) Winona Ryder.
Siamo quasi alla fine. Domani si chiude con un film superatteso (forse il più atteso dell'edizione, doppiamente atteso diciamo). Quale sarà?

lunedì 26 ottobre 2015

CHICKENBROCCOLI & MARGHERITA alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 • Giorno 4

C'è un fenomeno che mi ipnotizza sempre, alla Festa del Cinema di Roma. Non sono i buttafuori che si credono Vin Diesel che recita in Splinter Cell, non sono i panini rancidi che per comprarli devi accendere un mutuo (c'è da dire che ti rimangono sullo stomaco per due giorni, quindi forse vale anche la pena), non sono queste cose ma è: rimorchiare in fila.
Non che mi sia mai successo, ovvio, io penso ai film e solo ai film! Ma quando ti ritrovi in fila inizi a vedere che tutto quello scambio di opinioni sui film si trasforma presto in uno scambio di biglietti da visita, mail e telefoni con la malcelata speranza che si trasformi in uno scambio di fluidi corporei al più presto, anche in sala se possibile, soprattutto se il film è noioso.
Quest'anno ad esempio ho avuto un vero colpo di fulmine, mi sono innamorato di Crudelia DeMon! Eccola!
Ah. Non è Crudelia DeMon? Giusto giusto! Scusate, non l'avevo riconosciuta, è il Fantasma dell'Opera. No? COSA!? È la proprietaria di CIAK!? Annamo bene...
Come va proprio "annamo bene" il cinema itaGliano. Che ormai stiamo raschiando il fondo del barile si capisce sin dalla tristissima (e stracopiata) locandina di:
Dobbiamo parlare
Trama: Parlamm' n'se capimm'

Il cinema itaGliano è in piena crisi economica. Ma non si dà per vinto, il cinema itaGliano, e si ostina a fare film. Ma non avendo soldi le deve pensare tutte per fare film a basso costo.
Così il cinema itaGliano ha deciso di fare solo remake di Carnage.
4 attori + una casa possibilmente molto bella (di proprietà probabilmente di qualcuno che è in crisi economica pure lui e quindi affitta la casa al cinema itaGliano il tempo delle riprese andando a dormire nella sua altra casa al mare o in barca) + chiacchiere infinite.
Dite che non è così? Forse perché vi siete già scordati (beati voi) de I nostri ragazzi e de Il nome del figlio: stessa. identica. cosa.
Si comincia con 4 chiacchiere superficiali, con le coppie contrapposte in 2 incasinati che si odiano vs 2 perfettini che si amano e si finisce che gli incasinati sono meglio perché i perfettini si odiano uguale ma non se lo dicono e tempo la fine del film le parti si sono invertite.
Tutto già visto, tutto già scritto.
"E se anche fosse?" direte voi... ma certo! Se anche fosse scritto benissimo sarebbe bello uguale! Peccato che qui ci sta Sergio Rubini (uno dei più egocentrici finti timidi che la storia ricordi) che scrive, dirige e interpreta credendosi Woody Allen (soprattutto l'interpretazione, da denuncia) e tutto è una tiritera banalissima e didascalica sulla destra vs sinistra, su vegetariani vs carnivori, su amore vs sesso, su intellettuali vs professionisti arricchiti, su uomo vs donna. 
Si salva solo Fabrizio Bentivoglio, e per le sue grandissime doti di attore, forse l'unico italiano capace di passare con egual bravura in mille registri diversi, dal surreale di Sorrentino al comico-umano di Virzì) e perché effettivamente appena apre bocca fa ridere (a ennesima dimostrazione che la destra facilona e verace fa ridere sempre).
Entrambe le attrici sarebbero da sbattere al muro, in particolare la Ragonese cane bastonato, pare stia a un saggio del corso di recitazione di quartiere.
Parlare, parlare, parlare... ma guarda che se tu decidi di farmi un film tutto parlato, perché magari pensi che sia anche più facile, ah quanto sbagli: devi saper scrivere dieci volte meglio, non hai niente intorno che ti possa aiutare. 
Avrebbero dovuto pensarci, quantomeno parlarne, anche gli sceneggiatori di 
The End of the Tour
Trama: Infinite rest

Il film racconta di un giornalista di Rolling Stone (Jesse Eisenberg che fa il Jesse Eisenberg, ma non si è stancato di guardare se stesso seduto a un computer?) che va a fare un'intervista a David Foster Wallace (Jason Segel, esatto, quel Jason Segel

che fa Wallace, anche bene devo ammettere:
Che dite lo straccio in testa può tornare di moda?
E insomma per tutto il film il giornalista chiede, Wallace risponde. 
Poi i due iniziano a parlare, ma mentre uno discerne, l'altro chiacchiera. 
Finalmente inizia la discussione, che diventa subito analisi dialettica. 
Ad un certo punto il primo fa "Oh. Posso dire una cosa?" e l'altro risponde "No. Non vedi che sto sparlando di una cosa". 
Poi iniziano a comunicare, affermando discorsi e proclamando grandi verità. 
Sussurrano a volte, gridano altre, sempre usando l'arte del verbo. 
Finite le cose da dire, iniziano poi quelle da analizzare. 
A quel punto succede l'inverosimile, i due stanno in silenzio

ma giusto il tempo di preparare la nuova conversazione. 
Insomma, una grandissima rottura di palle. Intendiamoci, sempre legandoci al discorso di prima, non è che un film molto parlato mi sconvolga, anzi, ma se decidi di percorrere quella via impervia (che ha anche un senso, trattandosi di una storia vera di uno che ha scritto un libro di 8 milioni di pagine), ma sai quanto ti devi sforzare per tenermi alta l'attenzione? Ma tanto!
Non puoi farmi tutto regionamenti sui minimi sistemi, tristezza, depressione, neve, qualcosa di interessante me lo devi anche dire, almeno una cosa, una!
Dite che non aver letto neanche una singola pagina mai scritta da Wallace non aiuta a capire se il film è nelle sue corde? Possibile, io so solo che durante la proiezione quelli seduti in platea si sono lamentati perché le palle di quelli seduti in galleria gli sono cadute in testa.

Oggi chiudiamo - si oggi si chiude senza una rece di Margherita, non fatevi domande, chiudere un occhio, chiudere anche l'altro e fate finta che c'era - con un film piccino picciò, girato da un regista che (a questo punto forse è meglio usare il passato) è stato uno dei più geniali e inventivi registi contemporanei, quel Michel Gondry che ha fatto della fantasia il suo marchio di fabbrica (avete presente Michel Gondry no? Ne parlammo tantissimo qui e qui). Il suo ultimo film - mi sono perso quello prima, sarà che c'è Amelie e parla d'amore, come sapete non sono due temi a me molto cari - si intitola:
Microbe e Gasoile
Trama: œuf à la coque

Che è un film molto carino, molto delicato, con due bambini attori bravissimi, forti di quella naturalezza di bambini che non recitano, piuttosto dicono le cose come le direbbero al compagno di banco, e racconta una storia di amicizia tra le più classiche (infatti il rimando a Ovosodo non è casuale): Microbe è un quattordicenne timido e delicato, bassetto (da qui "microbo"), che tiene i capelli lunghi per affermare la propria identità, ma per questo viene spesso scambiato per una ragazzina, disegna con personalità da artista

vive in una famiglia normalmente matta (come lo sono tutte le famiglie): la madre (di nuovo Amelie, che sta invecchiando pure lei) è un po' isterica, il padre un po' assente, i fratelli diversissimi da lui (appassionato di calcio uno, punk l'altro). Un giorno in classe arriva Gasoile, chiamato così perché puzza sempre di benzina, visto che ogni mattina prima di andare a scuola aiuta il padre ad aggiustare moto. È uno di quelli che però se ne frega di quello che pensano gli altri, un libero pensatore, di quelli che ammiri e vorresti essere come loro, anche se dietro quella rivoluzionaria indipendenza nascondono anche loro una famiglia problematica.
I due stringono un'amicizia viscerale e si lanciano in un folle progetto, costruire una casa su 4 ruote e andare in giro per la Francia.
Lo fanno e partono.


Da quel momento - come ogni film on the road su la route che si rispetti - i due faranno diversi incontri e consolideranno ancora di più la loro amicizia e personalità.
Carino, come detto, proprio delicato e rispettoso per quell'età difficilissima (la prepubertà, vi ricordate il pulsante di Inside Out, no?), ma primo di quella cifra stilistica gondryana che ci si aspetterebbe.
Ok, è anche vero che magari, dopo vent'anni di follie visive, di video capolavori (e di film anche un po' deludenti, secondo me Gondry non si è più ripreso da quella volta che fece quel film orribile), ti può anche prendere bene fare un film piccino picciò senza effetti speciali, ma anche un pochino di giochi di regia in più non sarebbero guastati.
Di certo, per accomunarlo con un altro film di un regista francese molto fantasioso che parla di un ragazzino che piglia, prende e parte di nascosto dai genitori, è meglio di Spivet, anche perché i ragazzini sono davvero bravi.
Microbe Et Gasoil Michel Gondry animated GIF
A domani con il penultimo episodio dello specialone anche troppo lungo dedicato alla Festa del Cinema di Roma che ormai è già finita e nessuno si ricorda più che è esistita.