giovedì 30 settembre 2010

La guerra del Rose

Solitary Man
Trama: In crisi di terza età cerca solo ragazzine con la quarta, parte in quinta con chi l'asseconda, senza prima pensarci. Un sesto senso per la settima arte, ma soprattutto, calma all'ottavo viagra.

Insomma il discorso sulle età degli attori, che quando diventano vecchi fanno i nonni. Nel caso di Micheal Douglas dove aver mostrato le chiappe flaccide in Basic Instict e fatto cose negli ascensori pena conigli bolliti, non si arrende e continua a rappresentare il "tromber" de femmes impenitente, nonstante le cataratte e gli acciacchi. Altre volte quando c'era dell'ironia, ad esempio ne La rivincita delle Ex, si sorrideva. Qui che fa il mezzo intrespettivo fa pena. Aspettando il ritorno di Gekko coi suoi bretelloni...
Poi non  per entrare impuemente nelle vite altrui. Ma io dico, ti viene questa malattia del sesso compulsivo, sei Micheal Douglas (anche solo perché sei ricco) ma io dico, MA CHE TE CURI AFFà?!

Teste di Rapimento

Kidnapped – Il rapimento
Trama: teenagers suburbani tra rapimenti, impiccamenti, dementi

Vi ricordate Alpha Dog? Questo è uguale anche se venuto prima ma senza Justin Timberlake con la tartaruga, Emile Hirsch stupidotto e Ben Foster che fa la cacca in salotto (!).
C'è giusto lei
ma ancora in età da carcere, anche solo a pensarci...
E poi c'è lei. Carrie Milfitrix AnnMoss
Che ti incarcerano se non ci pensi.
Il resto quasi tutto mancia. Qualche momento azzeccato (pochini) e una gran voglia che ad un certo punto appaia un coniglio nero e dica "Wake Up Donnie".

mercoledì 29 settembre 2010

SPIELBERG C&BMISSION • I Predatori dell'Arca Perduta (1981)

I Predatori dell'Arca Perduta (1981)
Trama: Pa pa pa paaaa pa pa paaaa pa pa pa paaaa pa pa paa pa paaa!

Vi avverto che non sarò breve, sedetevi e prendetevi una mezz'ora. Però salterò a piè pari tutte le pippe sulla magia de ArcaPerduta. Cioè non voglio dire cose tipo Indiana personaggio storico, film storico, film mitico, nostra infanzia ma anche nuovo modo di fare avventura, Spilbi♥Lucas meglio dei gemelli Derrick col pallone, no non voglio perché dai, a trenta anni dal film, le abbiamo sentite tutte. 
No davvero è che parlare di Indiana Jones è come parlare di Dio, anzi di più perché DIo non è poi tanto sicuro che esiste, Indiana invece sì.
Allora questo è il cinema che ci ha formato. Allora facciamo che io avevo la mamma e poi come papà c'era  Indiana Jones, sempre in viaggio per lavoro, (fratello? Martin McFly of course), rendo l'idea?
Che vi devo dire, no davvero ma che vi devo dire di Indiana Jones? Dai tanto sapete tutto, poi soprattutto Predatori. Niente, tutto. Che poi tutti gli altri tre sono altre cose, tempiomaledetto più luna park, ultimacrociata più "autoreferenziale", teschiocristallo più famo un po' de soldi.
Non voglio dire che ogni volta che salite su l'aereo voi vi immaginate il viaggio così:
con tanto di linea rossa.
Non voglio dire che ogni inquadratura del film è talmente "esatta" che ancora ce le propinano:
Non voglio neanche dire che qui stiamo ai livelli di subliminale. Se io vi metto queste facce:
Così, senza dirvi nulla, voi LO SAPETE chi sono, e se parliamo di "gregari" non succede poi spesso (c'è gente che vive una vita da "carattere" e nessuno sa chi è. Se vi dico Stephen Tobolowsky ad esempio? Ecco.)
Lungi da me dirvi che io ogni volta che vi immagino leggere C&B vi immagino così:

Insomma non voglio dire tipo niente di ArcaPerduta e vi metto una cosa che se fossimo un blog serio verio scriverei ESCLUSIVA! Cioè tipo una di quelle cose che HO FATTO IO E CE L'HO SOLO IO! Insomma una di quelle cose che TUTTI gli altri se le sognano la notte, e pensate un po', C&B CE L'HA! E pensate un altro po', ve la regalo, tanto sono sicuro che non l'avete letta quando fu pubblicata sulla rivista tempo fa (altrimenti non avrebbe chiuso quella rivista, concilia?). Quindi ecco qui, GRANDI MA GRANDI DAVVERO ESCLUSIVE CHICKEN&BROCCOLI:
DREW STRUZAN – The Art of Cinema Poster.
POCO TEMPO FA, IN UNA GALASSIA VICINA VICINA….
Un’intervista esclusiva a Drew Struzan: un mito vivente, colui che ha realizzato le locandine di Indiana Jones, Ritorno al Futuro e Hook… e non dite di non conoscerlo, perché scommettiamo che se in questo preciso istante chiudete gli occhi e pensate a Guerre Stellari la sua locandina vi apparirà chiara davanti, e scorrerà potente nelle vostre vene!
L’occasione è di quelle che capitano raramente. Stai per parlare con Drew Struzan e ti immagini un grande saggio; ti immagini racconti di riunioni interminabili con i potenti dell’industria cinematografica hollywoodiana; ti immagini che dall’altra parte del filo in realtà ci sia un’entità astratta, un calcolatore che ti risponderà con fare supponente e voce monocorde alla HAL9000 alle tue domande intinte di reale ammirazione e (quasi) reverenza per un uomo che è leggenda… ma una leggenda che nessuno conosce! La professione dell’illustratore è per antonomasia priva di ribalta. Difficilmente un illustratore sarà fermato dai fans per strada (a meno che non sia una fiera del fumetto e il fan in questione un nerd con fondi di bottiglia al posto degli occhiali e calzoni troppo corti). Ma al tempo stesso non c’è professione capace di entrare nell’immaginario collettivo come quella dell’illustratore (lo sapete che il Babbo Natale come lo conosciamo noi, barba bianca e casacca rossa, è apparso la prima volta nel 1931 ad opera di Haddon H. Sundblom su alcune pubblicità della Coca-Cola? Be', ora lo sapete!). Se poi parliamo di illustrazioni per locandine di film siamo davvero ai livelli di isteria collettiva. L’esempio più eclatante ha un solo nome, scritto a caratteri cubitali in un accecante giallo su sfondo stellato: STAR WARS. Più di una serie di film, molto di più. Potremmo chiamarla religione senza paura di smentite. E se George Lucas è il suo profeta, Drew Struzan è colui ne ha creato la bandiera. Con le sue illustrazioni iperrealistiche Struzan ha caratterizzato decenni di locandine filmiche americane, è entrato in tutte le stanze dei cinefili, è stato riprodotto migliaia e migliaia di volte… ma ad un caro prezzo, il prezzo che molti illustratori devono pagare: l’essere praticamente degli sconosciuti. Quest’intervista sottolinea con divertita professionalità, tra sfumature new age e ricordi inediti, proprio questo lato del suo lavoro, il lato oscuro delle locandine.
Come ogni grande storia che si rispetti dobbiamo cominciare dal principio: in una galassia lontana lontana c’era un giovane illustratore chiamato Drew. Quando capì per la prima volta che l’illustrazione sarebbe stata la sua vita? Quali erano le sue ispirazioni e le sue aspirazioni? Come iniziò a lavorare per l’industria cinematografica?
All’inizio il Creatore disse: “Creerò l’uomo a mia immagine”. La sua immagine però non era fisica perché era puro Spirito. “La Sua immagine” era il suo carattere, la sua personalità, e la moltitudine delle sue abilità. Si era messo in testa di crearne miliardi, e tutti diversi. Iniziò quindi a dividere i lati del suo caratter e ele sue capacità tra gli uomini così che nessun uomo fosse tutto, ma che avesse bisogno degli altri. C’era bisogno di famiglie con padri, madri e figli. Certi sarebbero stati agricoltori, altri lavoratori, pionieri, e ancora altri: artisti, scrittori e musicisti. Io sono uno di questi ultimi. Mi sono ritrovato tra uno dei pochi che hanno il dono della creatività, e ne sono felice. Non ho mai deciso di fare l’artista. Non ho avuto bisogno di trovare ispirazione all’esterno. Sono cio che sono, da sempre. Certo, ho studiato le forme classiche e gli artisti del passato. Mi ricordo che quando sono entrato all’università, mi chiesero se volevo fare Illustrazioni o Arte; da candido diciottenne qual’ero chiesi quale fosse la differenza. Mi dissero che l’artista dipinge cio che vuole, l’illustratore lo fa per soldi. Forse ero naif, ma non stupido, allora scelsi illustrazioni. Dovevo pur mangiare! Non sono stato ispirato da altri illustratori e non ho scelto di fare poster per film. Ero semplicemente a Los Angeles e qual è l’industria più fiorente da quelle parti? Il mio primo poster fu per The Black Bird del 1972, un film di satira con Gorge Siegel… fu il mio primo poster pubblicato.
Nella tua carriera hai una produzione impressionante di movie poster, e ogni film è stato un blockbuster. Il tuo lavoro più famoso però, volente o nolente, rimane quello fatto per la saga di Star Wars. Come ci si sente a far parte di questo mito? E ci sono aneddotti che forse in pochi conoscono?
Come mi sento ad essere associate ad un mito moderno? A questo fenomeno internazionale? Non lo so ancora. L’arte è la mia prima passione. Essere parte dell’universo creato da Lucas è un onore, ma, a dire la verità, non mi cambia la vita. Quel che sono riuscito ad aggiungere al mito è la mia arte, e ho sempre cercato di accontentare i fans con visione sempre più ispirate. Sono conosciuto come l’artista di Star Wars, ma ce ne sono tanti! In verità non mi piace stare in mezzo al pubblico. Mi ricordo di una volta… avevo appena finito di fare il poster Hook di Steven Spielberg Io e mia moglie siamo stati invitati alla prima. C’era di tutto e di più: cibo di ogni genere, musica, giochi per bambini e tutte le star immaginabili. Io ero seduto in un angoletto guardando la gente che passava. Mia moglie, ad un certo punto, disse: “Ma quello non è George Lucas?” (Avevo appena finito di disegnare l’illustrazione della copertina di Creative Impulse, la sua biografia). Era li, come me, in silenzio, anonimo. Lei mi costrinse ad andare a presentarmi. Ci siamo salutati velocemente. C’era tanto rumore e non si sentiva nulla. Lavoravo per Star Wars dal 1977 e fu la prima volta che lo vidi… era il 1991! Poi a tavola, dal tavolo vicino ho sentito dire: “George Lucas è tutto contento. Ha appena conosciuto Drew Struzan per la prima volta!” Questo descrive il mio posto in questo mondo? Tutti sembrano di conoscere il mio lavoro, ma non me. Ma dopo tutto, questa è l’arte!
Hai lavorato con alcune delle più grandi personalità di Hollywood. Come funziona la collaborazione con I registi? Ti senti imporre le idée altrui a volte o il processo creativo è un lavoro fatto spalla a spalla?
In effetti la maggior parte delle volte si tratta di lavorare con i direttori creativi negli studios. Altre volte con agenzie di design. Ma quando lavoro con i registi, quelle sono sicuramente le occasioni più entusiasmanti. E’ bello vivere da vicino l’ispirazione e la passione per un progetto. Cosi posso sentirmi più sicuro quando creo. Di solito quando lavoro direttamente con il regista, è perché mi ha cercato lui. Vuol dire che apprezza il mio lavoro, e non c’è miglior modo di lavorare che con il rispetto reciproco. Come artisti, ci capiamo subito. Inoltre, avere un'unica visione porta al miglior risultato. Una volta ero nel mio studio e squillò il telefono: “Pronto, Drew? Mi chiamo Frank Darbont!. Ho appena ricevuto la mia copia limitata di Creature from the Black Lagoon. Dovevo chiamarti per dirti quanto è bello. Mi piacerebbe incontrarti…” E cosi ci siamo conosciuti. E’ una persona eccezionale, e un grande collezionista d’arte. Abbiamo lavorato insieme su l’art dei DVD de Le ali della Libertà e de Il Miglio Verde.
Qual  è il tuo poster più amato, quello da cui ancora non riesci a staccare gli occhi quando lo vedi? E quale il più noioso e “odiato”?
No, avere un poster preferito sarebbe una noia totale! Avere qualcosa di nuovo è l’unica cosa stimolante! Non potrei mai dire quali sono i preferiti, o meno preferiti… E poi dopo averti raccontato della gioia di poter lavorare con registi e per film così importanti come poteri dirti un mio favorito… semplicemente non esiste!. Chi ha il cuore cosi piccolo da non poter avere spazio per amare tutti? Ricordo i bei film, i registi, le opportunità, l’esperienze, gli amici, l’arte creata, e alla fine posso solo rispondere di avere una bella vita!
Passiamo alle tue tecniche. Com’è il tuo processo creativo? Come lavori per la creazione dei poster, fai molti schizzi, molte proposte prima di trovare la visione giusta?
Ogni lavoro è diverso. Difficilmente ho lo stesso processo creativo. Non ci sono regole. Ogni progetto comporta committenti e studios diversi, persone diverse, situazioni diverse, e quindi differenti idee e concetti. A volte mi danno un paragrafo e tre foto da un film e mi chiedono di dargli un’idea. Altre volte invece mi fanno vedere il set, il film finito oppure lavoro, come dicevo, direttamente con i registi. Ho fatto dei lavori che dovevano essere completati in una notte, e altri durati dai 6 agli 11 mesi. Niente è uguale e prevedibile!
Negli ultimi 10-15 anni il computer ha soppiantato tantissime professionalità nel mondo del cinema. L’illustratore è una di queste. L’illustrazione per i poster dovrà per forza diventare computerizzata per continuare a vivere?
Ha senso la paura che l’illustrazione per i film e i poster dipinti siano arti che stanno scomparendo. C’è da preoccuparsi e questo l’avevamo già capito. Un arte per sopravvivere ha bisogno di mecenati e gente che l’apprezzi, e che quindi l’acquisti. Certo i cambiamenti ci sono sempre stati, e quelli buoni portano in avanti. Solo il tempo deciderà se l’avvento del computer potrà convivere con l’illustrazione classica. Il vero problema dell’artista oggi non è il semplicemente cambiamento, ma la perdita specifica di una professionalità.
La classica domanda finale! Su quail progetti stai lavorando? Quale sarà il tuo prossimo movieposter?
Non è il mio stile annunciare i miei lavori. Il futuro? E chi lo sa! Ho dei desideri e anche la forza necessaria per farli diventare realtà, ma non m’illudo che tempo e circostanze avverse potrebbero ostacolarmi. Voglio continuare a fare illustrazioni, a dipingere; e ho dei sogni a cui nessuno crederebbe! Ben venga, il futuro! Non sarà cosa ho fatto o voluto fare, ma chi sarò diventato. Il carattere di un uomo è l’unica cosa che si può controllare e io ci sto lavorando sodo.
Ora sono passati un paio d'anni. Intanto a Struzan quella mattacchiona di Hollywood ha dedicato un documentario. Ecco il trailer:
Ora, pensare che persone tipo Spilbi e Martin McFly parlano così di te. Be'... certo  pure Steve Gutenberg (?) e Thomas Jane (? sì sì è per The mist).
Scusate ma la pappagorgia a minuto 1:02 è ©IndustrialLight&Magic, o è un Hutt? (Prese in giro dei potenti della terra dove sono più fragili, se lo può permettere solo C&B).
Comunque tutto questo per dirvi che C&B da piccolo in cameretta aveva appese in batteria, le locandine versioni giganti di Ritorno al futuro I, II, III sul letto, a coprire almeno due muri. No così tanto per dire.
Adesso, se quello che avete letto non vi ha interessato allora non so che cazzo vi può interessare, debosciati lettori anticommenti. tsk.
Allora vi meritate questo che è carino:

Ma è solo una cosetta tra le mille. Tipo il videogioco vero originale di quando uscì il film, (poi la volta dopo gli stessi hanno fatto E.T. che ha mandato in bancarotta l'Atari).

Bellezza. In teoria si può giocare qui, se solo capissi come. 
Bellezza anche quelli avventura clicca.prendi. 
Insomma bello tutto. Indiana Jones è Indiana Jones. Io voglio cambiare il mio nome sul passaporto con Indiana Jones, posso?
Momento Spielberghiano? Ma che so domande?
Ho qui il radiocomando della palla de pietra, c'è costata più dello squalo meccanico. Che faccio vado?

29 settembre

Cosa voglio di più
Trama: 

VOGLIO che in un film italiano non ci siano più scene con Alba Rottwailer e il ciccio che vanno da IKEA e poi montano il box doccia e sono di conseguenza coppia normale, ma anche speciale.
VOGLIO che in un film italiano non mi debba attaccare al fatto che gli attori come PierFavino e Alba Rottenmayer siano anche bravi a fare gli introspettivi ma anche basta per caritàddiddio.
VOGLIO che in un film italiano io non debba solo pensare che fanno solo questo NEONEOREALISMO con attori che potrebbero essere noi tipo Alba Rosenkratz&Guildestern o PierFavino.
VOGLIO che, film italiano o no, Alba Wolksvagen la smetta di fare le parti della ragazza-triste-dove-vai perché sta diventando peggio della Buy.
VOGLIO che in un film italiano non debba sempre vedere LE LORO VITE semplici ma complicate ma in fondo siamo i Taliani questa è la nostra realtà in cassa integrazione.
VOGLIO che in un film italiano ci siano astronavi, ragazze coperte di sangue, cowboy, femme fatale al limite anche interpretate da Alba Roschach (no, non valgono i criminali Anni di Piombo).
VOGLIO che in un film italiano ci sia una sceneggiatura scritta bene, e non come capita anzi fate un po' come vi pare anche se vi viene da improvvisare va bene tanto stiamo facendo la vita quotidiana, la mia, la tua, quella di Alba Roche Bobois.
VOGLIO un regista italiano che punta i piede e fa la regia. Che prende in mano il megafono e urla: «NO! ALBA SWATCHSCUBA! NON MI INTERESSA SE HAI UN BEL CULO! ADESSO FAI QUELLO CHE DICO IO!»
ECCO COSA CAZZO VOGLIO DI PIù!

Espresso Scuro

The Express
Trama: Piccoli negri grandi labbra molto football tanti buoni sentimenti. è in partenza un espresso carico di B. BANALITà!

Inizio a trovare questi film anche un po' razzisti, proprio nel loro voler essere così liberali. Basta coi negri che grazie al football si affrancano. 'sti americani se devono fa perdonà troppe cose, pensano che facendo i film così allora passano una mano di bianco (!) su Rodney King e compagnia. Che palle. Sarà che poi a me il football, finché è calcio, ok 11 deqquà 11 dellà GolVintoBravi. Ma il football, le yard, CHE COSA SONO LE YARD? e poi fanno punto SIA se portano l'ovale a meta SIA se lo calciano nei pali in alto? Boh?
Ma Dennis Quaid? Quanto mi fa ridere Dennis Quaid, lavora tantissimo e in ogni film sembra stracotto di Tavernello, sempre e comunque!

SPIELBERG C&BMISSION • 1941 - Allarme a Hollywood (1979)

1941 – Allarme a Hollywood
Trama: Tora! Tora! Noia!

Eccolo qui, il film di Spilbi meno riuscito (sì, meno di Hook). è un gran casino questo film. Millenovecentoquaranta personaggi incasinanti, comici, Toshiro Mifune vs Christopher Lee, Pupe e SOldati, guerra e cazzotti e davvero la confusione, quella brutta, frastornante ma non interessante. Sembra proprio che abbia girato tanto e poi in sede di montaggio si sia trovato a dire "E questo mo dove lo metto?". Doveva essere un film assurdo e grottesco, manca il bersaglio di chilometri. Ma la colpa secondo me è tutta del Pippa, che ha scritto gran parte della sceneggiatura. Passiamo oltre, anche su John Belushi, che c'è Indiana che bussa alla porta...
Momento Spielberghiano che mi ero scordato: Il generale che vede Dumbo. Facile.
Me ne pentirò Always, per sempre...

martedì 28 settembre 2010

C&B CRETINORAMA

Udite Udite. Ecco a voi una rubrica idiota dove C&B per una volta fa un po' il cretinetto e invece di mettervi le solite cose molto serie e tristi vi fa fare due risate rubacchiando cose qua ellà.

Prima di tutto questo video. Riso isterico. ATTENZIONE DA VEDERE SOLO IN CASO DI PREGRESSA VISIONE INCEPTION:

Molto ridere.
Poi chi ha osato farmi piangere Julianne? CHI HA OSATO?!

Ma vieni qui Julianne, vieni tra queste forti braccia broccole che ti consolo io. Se vuoi mi vesto pure da leoncino:

Così facciamo questo:

Poi. Non so se lo sapete ma: R.I.P. Vecchia di Titanic. 
Uuuu. Si mi ricordo, quanto mi scopò in quella macchina...
Aveva 100 ANNI aiutami a dire 100! Porella dai, anche perché gran passato Gloria:
Ecco a voi i film cartoni animati 3D CGI più attesi dell'universo C&B:


Grazie tante signor 3D e vaffanculo.
A grande non richiesta torna la rubrica E SE VOI FOSTE IL GIUDICE?
Ops...
Ehy. Mi sa che ho trovato il mio post-LOST. Serie TV+Zombie=
Ultimissima. Blockbuster ha dichiarato bancarotta. Ehm... io comunque mi vengo sempre a comprare l'Hagen Dats con i semi di macadamie e i 4 Salti in padella e gli Oreo da voi eh! Sempre!

TuttiiMostriciattoli!

Monsters
Trama: 2016. L'uomo scopre che c'è vita nello spazio.
Dopo una spedizione intergalattica la navicella con resti di vita nello spazio cad in Messico, creando un casino con delle specie e formando dei mostroni alti 120 metri.
è la guerra! L'uomo vince, ma solo creando una zona immensa di quarantena tra gli U.S.A. e il Mexico. Terra che diventa quindi praticamente riserva naturale dei mostroni. 
Un regista con questa megasuperidea U.A.U. spreca in un colpo la grande occasione.

Da 1 a 3 aspettavo questo film 2,8. Poi vedendolo mi veniva sempre in mente quella battuta di Groucho Marx: In questo ristorante le portate sono pessime, per fortuna che le porzioni sono minime (piccole formiche, su C&B). Insomma il plot è da supersturbo. Chiaramente stiamo in pieno effetto boomerang con echi di Cloverfield e District 9. Purtroppo però qui manca una cosa, una cosa seria, i soldi. O meglio mettiamola così mancano soldi e regia. Che quando c'è uno può mancare l'altro. Il regista ha questa idea, bella, ma non riesce a creare un '"immaginifico" pregresso così interessante da reggere il fatto che in un film intitolato "mostri", non ci sono , i mostri. Insomma la scena top che crea il "pregresso" del film (cosa fondamentale quando non puoi mostrare: far immaginare) è questa:
E non vi ho neanche spoilerato visto che questa immagine è press.
Poi quando li vedi, poco e male, i mostri, torni alla battuta di prima. Le buone intenzioni non bastano al cinema, il più delle volte. Non avevi i soldi per fare i mostri senza dover riprendere dei polipi all'acquario del mercato Trionfale e appiccicarci le gambe delle Kessler (entrambe) e poi spingere forte mela+?
Diciamo che l'altezza è tra Tripode e MostroCloverfield
Non lo fare! A 'sto punto non ce li mettere proprio! Nessuno te ne vorrà male se poi in cabina di regia sei un fico. Se la tensione me la fai vivere per bene...
Certo, qui mi si dice che in fondo questo è un film d'amore e non di tensione, uomo o mostro-polipo (che poi più o meno) non importa, l'amore vince. Allora potevi intitolarlo Appuntamento con il mostro oppure Se strisci ti sposo. Insomma lo specchio non è rotto da un sasso nè dal tentacolo di un mostrone gradasso. Sono un uomo e in quanto tale voglio mostro, voglio mostro spacca tutto, voglio donna urlare, soldato sparare, uomo scappare, palazzo crollare.
Quindi ricapitolando: 
1) Mostri? No. 
2) Amore? Anche no. 
3) Uffa.
Ora vi metto una cosa. Se vedete il film la capirete, cioè capirete che io qui investigatore privato a caccia di copioni (fanculo quelli che copiano!) ho scovato l'"ispirazione" per una certa scena del film. Se non lo vedrete vi godete il video che è una cosa so cool. 
C&Bassotto(!) scoprirà la verità.

SPIELBERG C&BMISSION • Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (1977)

Incontri ravvicinati del Terzo Tipo
Trama: Gli alieni rapiscono. Poi restituiscono, basta che tieni il tagliandino.

Ho sempre ricordato 3°Tipo come un film noioso. In effetti saranno almeno 15 anni che non lo vedevo. E, vuoi mai che io mi ricreda, mi ricredo. Il fatto è semplice, è un film STRAadulto. Ho visto i film di Spielberg con confusione, nel senso Indiana Jones qui, E.T. Là... a seconda di come uscivano o passavano in TV. E 3°TIpo è sempre stato messo in disparte. E invece rieccolo qui, un film incredibile (strano no? non faccio altro che ripetere incredibile, meraviglioso, superlativo di uno Spilbi!). Che cos'ha 3°Tipo di così bello? Ok ci sono le lucine e la musichetta, ma, come già era stato pochi anni prima per lo Squalo, c'è tutta la prima ora, quando l'idea aliena ti si imprime in testa (proprio come una musichetta sarà capitato anche a voi di avere una musica in testa di avere una specie di orchestra che fa zumzumzum) e no ti lascia più, diventa la cosa più importante. C'è solo quello. E la composizione famigliare di Dreyfuss ricalacata su quella dello Squalo (ricalcata a sua volta sul tipo american family: padre madre figlio figlia) è di nuovo alle prese con una presenza invisibile, paurosa e al tempo stesso irresistibile (come nello Squalo: soluzione: prendi baracca e burattini e vai via no? No, tu vai in mare aperto armato di bombole di gas). Anche qui, insomma stiamo parlando di ALIENI! Che se ci pensi, metti davvero che domani arrivano gli ALIENI. Dai, immagina, prova davvero. Dimentica Hollywood: scorda gli alieni buoni, cattivi, belli, brutti, scemi, arrapati, bambini, vecchi, prugne, con la testa a cono, scarafaggiosi, tentacolari. Scordali tutti (perché se davvero arriveranno,ah, quanto diversi saranno da quelli che abbiamo mai immaginato). Insomma arrivano e tu che fai? Prima di tutto da lì in poi credi in TUTTO, E voglio dire tutto: vampiri e fatina dei denti, fantasmi e babbo natale. Poi, ti caghi sotto! Insomma la questione rimane: se gli alieni sono tanto avanzati tecnologicamente da costruire le loro classiche astronavi (poi di che fattura lasciamo stare) che ci vengono a fare qui? Come fosse andare nel medioevo e chiedere come funzionavano i carri. che vogliono? sì ok, vogliono: l'acqua l'aria l'oro loro noi voi tutto. Ma insomma... Secondo me in queste cose (così come le visioni del futuro nei film) NESSUNO ci ha mai preso. Dai, in fondo sono sempre e solo "visioni" di cose esistenti, anche le più estreme. Invece se metti che vado nel 1100 (come benignitroisi) e gli porto l'iPhone.DAI ti pensi che efftto farebbe! Ecco, secondo me se mai davvero arriveranno gli alieni, lo stupore sarà quello di non aver MAI visto una cosa del genere. (e poi comunque se devono arrivare ti pare che non fanno una cosa diversa rispetto e molto più spettacolare a quella che ci aspettiamo? devono pur fare l'entrata ad effetto!)
Ma quanto è importante il personaggio di Truffaut (vedi i francesi intelligenti ogni tanto) quanto? Sempre con il suo interprete a seguito, in un film così basato sui linguaggi universali.
Se proprio volete chiamare gli alieni ecco, le note sono queste:
File:Rencontre du troisième type - Code musical.jpg
Non se provate questa sequenza che succede: DO DO SI FA MI SOL RE LA. (la festa delle medie)
Senti ma 'sti alieni tutte lucine e musichette... ma non è che c'erano loro sulle astronavi?
DIO SANTO! Chi ha avuto il coraggio di RIDOPPIARE il film. Cristo adesso me lo DEVO rivedere con le voci originali, perché vedere un film del 1977 con le voci di quelli di Friends dà l'orticaria.
Momento Spielberghiano: Vabbè mi sa che da qui in poi è un proforma. Tutto è spielghiano. Ma direi che il ragazzino che saluta gli alieni in camera e ci gioca pacioso, be', spielberghianissimo.
– E alor tu scè potrest meter tut le luscèt trè colorè. Sci mett le blè, le verd, le rusg, l'orange. Poi sce met tutt' le musique. Trè sgiolì! Bast pur piascer che nun sce met quella che fa PO POPOP POPPOPOOOO! 

VVNanialieni (cioè praticamente una folle lista di alieni con dentro dei nani)VV
No, non è casa tua... Devi avere il numero sbagliato. Smettila di chiamare... Che manco se capisce niente quando parli...
Qualcuno ha chiamato l'OrchestrINA?
I papaveri son alti alti alti e tu sei nato paperino
Che dici ce l'ho l'X-Factor?
SIamo tre piccoli Ewoksin. Comunque a noi ci hanno fatto il film, col cazzo che l'hanno fatto dei Wookie!

lunedì 27 settembre 2010

SPIELBERG C&BMISSION • LO SQUALO (1975)

Lo squalo
Trama: 

Sarà la decima volta che vedo Lo Squalo, forse anche di più, e lasciatemi dire, gridare: CHE FILM! Non sono io a dirlo, ma io lo dico meglio, e nascevo pure tre anni dopo. Lo Squalo è IL FILM  di mostri che non si vedono, di morti violente, della natura che vince. Lo Squalo fa paura. Ma non paura BU!, paura che non entri più in acqua neanche se stai a Ostia, capace che hai paura pure di entrare in una piscina, nella tua vasca da bagno. La questione è semplice, Spielberg mette in piedi (a mollo) la paura atavica che non vedi. Che stai lì tranquillo a bagno maria e PLUF, ti tranciano le gambe.
Non c'è seguito, effetto speciale, film più moderno che tengano: Lo Squalo è.
Pensateci: se vi dico: LEONE! voi non è che vi terrorizzate, sì ok leone predatore cattivone mi mangia, però dai, non vi sembra una minaccia reale. Se vi dico: TIGRE!, uguale... ma se vi dico SQUALO!, ecco subito la musichetta, la pinna che spunta, l'acqua che si tinge di rosso: è sangue, il vostro, di chi sono queste urla atroci, ah sì, sono vostre.
E questo è IL film di Spielberg. Non ce n'è. Tutta la prima ora è un incubo, un film dell'horrore vero, teso e in pieno giorno. Viviamo l'angoscia di Roy Scheider come fosse la nostra, le sue goccioline di sudore sono le nostre, cristo quando il tipo gli parla in spiaggia di baggianate e lui guarda oltre la spalla. E poi tutto, tutto il susseguirsi di prove che lo squalo c'è, lo squale nuota nelle acque di Amity, e VUOLE TE! sì, dio, mi è preso l'entusiasmo come l'avessi visto la prima volta. Un film INCREDIBILE.
Vale la pena leggere cosa l'amica Wikipedia racconta del film. Non faccio il copia incolla. Però pensare a questa troupe persa nel mare, nel mare vero, no i vasconi negli studios, con le correnti e gli squali meccanici che non funzionavano e il dondolio... e lo so a cosa pensavano tutto il tempo Spilbi e soci: !e se adesso ne arriva uno vero, di SQUALO?".

Momento Spielberghiano: su 120 minuti di film, 118 sono Spielberghiani, gli altri due sono i titoli di coda. Oltre alla celeberrima scena padre-figlio (che non è momento spielghiano, è momento cinema) questa volta scelgo il racconto di Robert Shaw della sua esperienza squali-guerra. Da sudore freddo. Solo di parole, niente immagini, niente effetti speciali, l'immaginazione si attiva e la paura dell'assassino pinnuto sale sale... 
Non si poteva avere un fuoribordo?

domenica 26 settembre 2010

TACO BRUTT

MACHETE
Trama: MA CHE TE sei fatto in faccia? Hai magnato troppe tortillas? MACHETE! BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!  BLAM!

Ora. Pochi giorni fa tessevo mille lodi alla capacità di Rodriguez di fregare tutti e fare i film che gli va di fare a lui, che si diverte a girare lui, con gli amici che vuole lui, le scene più esagerate che piacciono a lui, che poi lui e tarantino si vedono ridendo come debosciati nel ranch di lui. Chiaramente questo fa di Rodrigueza Cavron un grande. Però poi ad un certo punto anche basta. Cioè. Io lo capisco pure che Danny Trejo è il tuo attore feticcio con la faccia di carta vetrata e ti piace finalmente di avergli dato il ruolo di protagonista assoluto nel tuo film bello brutto. Cioè Machete è fatto bene male. Il brutto è fatto bene. Ma non è così bello. Anche se è brutto bello. Chiaro no?
Diciamo che l'andazzo è questo:
Voi direte "se vabbè, sai quanti ne ho visti di tizi che si aggrappano ad una fune (o manichetta antincendio) e si buttano nel piano di sotto. bizzeffe. E io vi rispondo:
E v'ho detto tutto, ed è tutto così. Che per carità, c'è a chi piace. Che a chi ci piacciono la patina da porno messicano, le esagerazioni, le pistolettate, le fiche, la grana grossa, i tagli di pellicola rovinata. Ok. Però li hai già fatti, Roberto Roberto (lady gaga mood), ricordi Grindhouse? Quello era uscito con l'amico Quentin perché avevate fatto a gara a chi lo faceva più esagerato. Una sorta di gara di sputi o di chi piscia più in là declinata alla cinematografia. E giù matte risate a leggere le recensioni "Rodriguez e Tarantino enfant terribles del cinema reinventano il sexploination ecc" e via paroloni, e voi ridevate. Poi però tarantino ha fatto Basterds... e tu invece ci sei rimasto sotto. E via che mi fai le scene dove la tua messicanità esce fuori e ci tratti tutti come matte piñate, prego entrino i sicari con le maschere da lucha libre, prego avanti le scene tipo videogioco dove spari al barile quello esplode e saltano tutti in aria, prego ecco i chicanos col cappellone in rivolta. Autoironia Chicana. Appaiono anche i Luchadores 5, cose belle:
Ma Roberto Rooberto, che mo' c'è il rischio che fai solo questi film qui? Queste "operazioni" di remixaggio dei vecchi film che è divertente rivedere, ma che diciamoci la vera verita, fanno schifo. E se poi inizi a fare solo film che rifanno i film che fanno schifo, e li fai benissimo, talemente bene che li fai uguali, poi rischi che fanno schifo pure i tuoi. Dai basta, che sai fare di meglio del brutto bello. Sai anche fare il bello bello.
Certo che le tue attrici le valorizzi, questo sì: